L’obesità infantile, un onere sanitario per fare prevenzione

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Uno dei maggiori problemi per l’infanzia nel mondo è quello della malnutrizione generata sia dalla scarsa alimentazione, sia dalla super alimentazione. Comunque, malnutrizione non significa solo non avere da mangiare a sufficienza, ma anche mangiare in modo errato o dannoso.  

Esiste una “emergenza obesità” nazionale ed internazionale a causa delle importanti dimensioni che sta assumendo il fenomeno dell’obesità infantile. Secondo l’ultima indagine condotta dall’osservatorio  dell’Istituto Superiore di Sanità  il 9,3% dei bambini/e coinvolti nell’indagine è obeso e circa il 21% in sovrappeso. Nel documento completo si legge che in Italia la percentuale di bambini e adolescenti obesi è aumentata di quasi 3 volte nel 2016 rispetto al 1975.

L’obesità infantile  non è dovuta soltanto ad una cattiva alimentazione, ma anche ad uno stile di vita troppo sedentario. La quota dei bambini sedentari è molto alta nella fascia di età 3-5 anni (48,8%) , diminuisce nelle fasce di età successive, ma inizia a risalire e a mantenersi alta a partire dalla fascia di età 18-19 anni (20,8%).

Un bambino in sovrappeso ha una elevata probabilità di divenire obeso e di sviluppare patologie cardiache, diabete, ipertensione, iperlipidemia, alterazioni osteoarticolari e non vanno sottovalutati anche i problemi psicologici legati ad un disadattamento sociale. La fascia di età a rischio è tra i 6 ed i 14 anni  con un incremento nel periodo che va dai 9 ai 12 anni ,ossia alla pubertà. Infatti, nell’uomo la crescita del tessuto adiposo avviene sia per aumento del numero di cellule adipose ,sia per aumento delle loro dimensioni. Il numero di cellule adipose (adipociti) ha due periodi di incremento: nel primo anno di vita ed alla  pubertà, per poi rimanere costante per tutta la vita. A far ingrassare il soggetto sarà sia il suo numero di adipociti,  sia l’aumento del loro volume. Nei bambini l’obesità è per il 90 %  causata da un aumento di calorie  e solo per il 10 %  causata da malattie endocrine, genetiche o altro. Comunque non dobbiamo sottovalutare che genitori obesi spesso generano figli obesi , l’anamnesi familiare aiuta a capire le cause . Inoltre , mentre i bambini più piccoli a tavola tendono ad imitare maggiormente  i genitori e meno i media ed i coetanei, gli adolescenti si formano fuori casa, lontano dai genitori e, al contrario, vicino agli amici e all’interno dei luoghi scolastici. Quindi, sarebbe auspicabile iniziare  ad educare il piccolo a nutrirsi sin dai primi mesi di vita, senza cedere ai suoi ricatti alimentari ; così la coerenza e la perseveranza permetteranno al piccolo di capire che il dolcetto si mangia dopo il cibo che gli fa bene e che troppi spuntini potrebbero penalizzare l’appetito ai pasti principali.  

Importante  diviene anche la qualità dei cibi e il loro tipo di cottura , condizione estremamente indispensabile per il successo o l’insuccesso dietetico.

Per prevenire l’obesità infantile è importante  seguire  alcune semplici regole. Mangiare alimenti sani e nutrienti permette di mettere in tavola materie prime fresche di raccolto, a “chilometro zero”, che rispettano la stagionalità e  che non abbiano calorie vuote (snack, dolciumi, caramelle, ecc.).

Consumare porzioni di cibo ridotte significa far consumare al bambino/a delle dosi che sono adatte alla loro età e statura; spesso, sulla tavola dei bambini obesi, si trovano porzioni uguali a quelle usate per gli adulti. Nelle merende e spuntini è meglio preferire frutta e verdure crude senza condimento invece degli snack calorici e dolci. Se il bambino/a tende ad aumentare in peso, è preferibile stimolarlo a fare attività fisica. Bisogna sempre avere, come amica, la bilancia pesapersone o per gli alimenti per tenere sotto controllo sia il peso corporeo, sia il peso degli alimenti che si devono consumare.

Trascorrere più tempo insieme alla famiglia, all’aria aperta e nei giochi, permette al bambino/a di distogliere l’attenzione dalla dipendenza da cibo e, inoltre, di fare attività fisica .

E’ necessario che, nel limite degli impegni giornalieri, il bambino/a abbia degli orari prestabiliti o almeno regolari in cui consuma i suoi pasti; questo serve a dargli anche dei momenti di riposo gastrico e prevenirne la dilatazione e la fame conseguente.

Coinvolgere i figli nella preparazione dei cibi e nel momento della spesa  insegna loro  a saper conoscere e scegliere gli alimenti e favorisce la maggiore curiosità e conoscenza delle materie prime.

Il genitore non deve farsi ricattare dal bimbo capriccioso ma deve raggiungere sempre dei compromessi; mai cedere alla richiesta di dolci al posto di un piatto di pasta o di carne o di verdure. Il bambino deve essere assecondato solo nei gusti che,  alcune volte, devono essere idonei all’età e alla reale tolleranza del bambino/a.

Dovete essere genitori entusiasti di stare ai fornelli. Dovete essere consumatori intelligenti che scelgono cibi freschi, poco manipolati e con ingredienti semplici e natura, per far conoscere ed amare ai propri figli i cibi genuini.

 

Dott.ssa Angela ASTONE

Biologo Nutrizionista

Tel. 3487502380

e-mail: angelastone63@gmail.com

Angela Astone

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