Quella grande fame di amore

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L’interesse verso l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa è cresciuto molto negli ultimi cinquant’anni, di pari passo con l’aumento dell’incidenza di queste forme del comportamento alimentare che erano rare negli anni ’50-’60. Più della metà delle forme di anoressia evolvono in senso bulimico e la maggior parte dei casi di individui che hanno sofferto di bulimia nervosa ha sofferto, precedentemente, di un disturbo anoressico spesso passato inosservato. 

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Purtroppo il comportamento alimentare tendente all’anoressia, spesso, si combina con un conseguente comportamento bulimico; è un bisogno irrefrenabile  di manifestare  un malessere psicologico che, questi individui, legano all’atto alimentare a causa di un circolo vizioso che si instaura nel loro inconscio. Infatti, una restrizione alimentare porta a una conseguente voglia di trasgressione alimentare ma, questa voglia di liberarsi da uno stato di blocco, crea un senso di colpa e uno stato di allerta che condurranno a un nuovo bisogno di limitare il consumo di alimenti. A tale proposito, le diete drastiche e altamente privative, ripetute più volte nell’arco della vita, costituiscono uno tra i fattori responsabili di questi disturbi del comportamento alimentare. Basti pensare a quante persone, specialmente donne, nel “terribile periodo dell’adolescenza” si sottopongono a diete dimagranti drastiche per motivi estetici; è sufficiente sentire un commento del tipo: “Sei cicciona!” oppure “Non puoi indossare la minigonna con quelle gambone!” … che la “vittima di bullismo estetico” in questione decide di non mangiare più per perdere “immediatamente” peso. Ormai, le donne sono in buona compagnia, oggi anche i maschietti sono, sempre più spesso, vittime di questo “ricatto estetico” e rischiano di cadere nella trappola dei disturbi del comportamento alimentare, proprio perché anche loro sono più attenti all’aspetto e alla cura del proprio corpo.

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La diagnosi differenziale fra anoressia nervosa e bulimia nervosa si basa sui criteri di amenorrea e peso. L’età di esordio cade fra i 10 e i 30 anni . Nell’anoressia alle donne vengono a mancare le mestruazioni da almeno tre mesi (e non ricompaiono) mentre nei maschi c’è la perdita di libido; mentre, il peso è gravemente inferiore a quello atteso in ambedue i sessi. Il rifiuto di mantenere il peso corporeo al livello minimo normale per l’età e la statura o al di sopra di esso, è il primo segnale di allerta. Anche il bisogno eccessivo di esercizio fisico, in adolescenti e giovani,  può essere interpretato come sintomo del quadro anoressico.  Esiste una grande paura di ingrassare, pur essendo sottopeso. Si nota una percezione distorta del proprio peso e delle forme del proprio corpo; infatti, anche le persone quasi scheletriche, si “vedono” troppo grasse. Del resto alcuni casi presentano episodi di abbuffate compulsive seguite da vomito autoindotto o comportamenti purgativi , mentre altri non presentano mai questi atteggiamenti. 

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Esistono numerosi fattori di rischio che predispongono ai disturbi del comportamento alimentare: predisposizione genetica, genere femminile, giovane età, storia di sovrappeso e di diete, alcune malattie croniche, personalità fragile, problemi psicologici, tratti ossessivi, ambizioni esasperanti, perfezionismo, scarso controllo degli impulsi, intolleranza delle frustrazioni, particolari difficoltà nel processo di separazione-individuazione, rifiuto del corpo adulto e della sessualità, fissazione all’infanzia e a forme infantili di dipendenza e di controllo. Le numerose cause che possono scatenare episodi di anoressia e bulimia sono troppe per descriverle nel dettaglio in questo ambito. In merito al problema, punterò l’attenzione sul ruolo che ha la famiglia nella genesi del problema e nella terapia più efficace. 

Gli studi condotti in merito al problema non sono riusciti a comparare perfettamente le caratteristiche delle famiglie di pazienti con anoressia nervosa. Sicuramente, la ricerca di simpatia e approvazione all’interno della famiglia , l’iperprotettività, la labilità dei confini individuali, la rigidità e la scarsa capacità di risolvere i conflitti, sono condizioni scatenanti dell’anoressia nervosa. Ma si possono aggiungere l’elevata conflittualità tra coniugi che trasmette ai figli instabilità, separazione dei genitori, gravi malattie fisiche e psichiche nei genitori, una storia di violenza fisica o verbale tra coniugi, abusi fisici e sessuali all’interno della famiglia e tanti altri che si possono presentare caso per caso.

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L’eziopatogenesi che scatena un disturbo alimentare , per i numerosi meccanismi coinvolti, è difficile da individuare in breve tempo; è utile distinguere tra: i fattori predisponenti a lungo termine (come quelli segnalati in precedenza), i fattori precipitanti (cambiamenti puberali vissuti come un trauma, una minaccia al controllo di sé e della propria vita) e fattori che tendono a perpetuare e aggravare la sindrome ( effetti nefasti del digiuno prolungato sulla salute e sulla perdita di peso esagerata). Fattore potenziante il germe della forma anoressica e bulimica è un percorso dietetico drastico che disinforma il soggetto fragile, il quale ha bisogno di perdere peso, ma in modo graduale, e senza rinunciare ai principi nutritivi necessari alla propria crescita e alla propria salute. 

La famiglia, ossia il primo nucleo di esseri umani con cui un bambino viene a contatto, è l’elemento che può guarire o peggiorare un problema. I genitori dovrebbero essere due “adulti” in quanto persone che sanno affrontare e risolvere i problemi con equilibrio e maturità, che sanno discutere e ascoltarsi con serenità, senza azzuffarsi e senza urlare. I genitori devono sostenere e non essere sostenuti dal figlio, non devono perdere autorevolezza senza diventare autoritari, devono imparare a conoscere il proprio figlio e devono insegnargli la vita così come naturalmente si evolve. I genitori sono le nostre stampelle che, sin da piccoli, ci aiutano a camminare nella vita, senza fare confronti, permettendo al piccolo di sviluppare le proprie attitudini e proponendo dei percorsi che, seppur non sempre giungeranno a buon fine, saranno l’esca per un eventuale fallimento attitudinale e professionale.

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Quelle “stampelle”, sia in un matrimonio felice e duraturo, sia nel caso di una separazione, devono sempre essere di esempio per la vita dei figli. Un giorno, una per volta, le “stampelle” si perderanno e questi figli dovranno camminare da soli, ma comunque fortificati da fondamenta morali e caratteriali solidissime. Questa strana fame è “fame di amore” che spesso viene confusa coi bisogni materiali. E’ più semplice colmare un vuoto affettivo con oggetti, regali, viaggi, accontentando i capricci; è difficilissimo colmare la voragine dell’anima e della personalità con la pazienza, la dedizione, l’ascolto, le lacrime, gli abbracci, le ore trascorse a comunicare. Intanto, il regalo si perderà nel tempo, l’amore non finirà mai. Questi giovani uomini e donne stanno incominciando ad affrontare la vita e, spesso, non riescono a capire o non hanno la forza di lottare. Controllare il proprio corpo è più semplice e, talvolta, il controllo diventa ossessivo. In quei momenti, i genitori attenti e maturi, che conoscono bene i loro figli, sanno a chi rivolgersi per arginare rapidamente il problema, prima che possa cronicizzarsi. Uno psicologo esperto e un nutrizionista empatico possono aiutare una giovane vita e una famiglia in difficoltà a recuperare terreno e a colmare quella voragine dell’anima che potrebbe diventare un problema serissimo di salute.

Diventare genitori è un contratto che dura oltre la vita!

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Angela Astone

Angela Astone

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