😈 “Ma porca…!” – Perché bestemmiamo?

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Cosa c’è dietro a uno degli sfoghi più tabù della lingua italiana

Bestemmiare: lo facciamo (o lo sentiamo fare) più spesso di quanto ammettiamo. Un’esclamazione improvvisa, spesso violenta, a volte quasi comica, ma sempre carica di energia. Ma perché la nostra mente tira in ballo il sacro nei momenti di rabbia? È solo maleducazione o c’è sotto qualcosa di più profondo?

Oggi ci facciamo un giro nella psicologia della bestemmia, senza moralismi, ma con tanta curiosità.


🤯 Scaricare la rabbia: un bisogno primitivo

Quando sbatti il piede contro il tavolo o quando qualcosa ti fa perdere il controllo, il cervello cerca una valvola di sfogo immediata. Non c’è tempo per pensare. A parlare, anzi a gridare, è l’amigdala: la centrale emotiva del cervello.

E sai una cosa? Le parole più proibite sono le più potenti per scaricare quella tensione. Bestemmiare è come una scossa elettrica emotiva, che cerca di rimettere in equilibrio il sistema nervoso. È il tuo corpo che urla, non solo la tua bocca.


💥 Il fascino oscuro delle parole proibite

Le bestemmie non sono solo “parolacce più grosse”. Sono tabù linguistici. Invocano il divino in senso negativo, rovesciano il sacro e per questo creano un effetto dirompente.

Più una parola è vietata, più ha forza espressiva. E il cervello lo sa bene: è attratto dalla trasgressione, specialmente quando siamo in preda all’emozione.


📍 Geografia della bestemmia: perché in certe regioni è (quasi) normale?

In Veneto, in Toscana, in Emilia… la bestemmia è diventata, in certi contesti, linguaggio da bar. Non ha più la valenza religiosa originaria, ma funziona come intercalare, come rinforzo, come modo di marcare l’appartenenza a un gruppo.

Ma attenzione: fuori da quei contesti, resta un atto fortemente offensivo. È il classico esempio di quanto la lingua sia legata alla cultura.


🧪 Imprecare fa bene? La scienza dice “forse sì”

Secondo alcune ricerche, le parolacce – bestemmie incluse – hanno effetto analgesico: abbassano la percezione del dolore e aiutano a scaricare lo stress. È come se il linguaggio diventasse uno strumento di sopravvivenza emotiva.

Ma tutto ha un limite: se imprecare diventa un’abitudine, rischia di essere un tic linguistico vuoto o un modo per ferire.


🧠 Siamo consapevoli quando bestemmiamo?

Spesso no. È un atto impulsivo, più vicino al riflesso che alla riflessione. Ma in altri casi, è un gesto voluto, per provocare o mostrare superiorità.

E allora vale la pena chiedersi: “Cosa sto cercando di dire che non riesco a esprimere altrimenti?”


🐶 In conclusione: bestemmiare è umano, ma capirne il motivo è meglio

La bestemmia è un cortocircuito tra emozione, cultura e linguaggio. È un’esplosione che rivela qualcosa di più profondo di una semplice parolaccia. E anche se non la giustifica, comprenderla ci aiuta a capire meglio noi stessi – e magari, ad arrabbiarci con un po’ più di consapevolezza.

Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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