Creepypasta – Riflesso d’Ombra

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Tra la luce della realtà e l’oscurità dello specchio, si nascondono le ombre che ci riflettono.

Era una notte buia e tempestosa. Sarah era sola a casa, immersa nel silenzio rotto solo dal ticchettio della pioggia sul tetto e dal vento che ululava sinistramente all’esterno. Era una di quelle notti in cui ogni ombra sembrava prendere vita, e ogni cigolio sembrava il sussurro di un demone. Sarah era solita trovare conforto nel suo letto caldo e sicuro, ma quella notte un senso di inquietudine le stringeva il petto.

Decise di distrarsi un po’ guardando un film horror sul suo laptop. Si avvolse nella coperta, cercando di scacciare i brividi che le percorrevano la schiena. Ma anche il film non riuscì a tenere lontano il senso di disagio che la pervadeva. Ad un certo punto, durante una scena particolarmente spaventosa, il laptop si spense improvvisamente, lasciando Sarah nell’oscurità completa.

Il cuore le batté all’impazzata mentre cercava di riaccendere il computer. Ma nulla, sembrava proprio che la batteria si fosse completamente esaurita. Con un sospiro di frustrazione, decise di andare a prendere il caricatore nella stanza accanto.

Mentre si alzava dal letto, però, udì un rumore provenire dal corridoio. Un suono leggero, quasi impercettibile, ma che le fece gelare il sangue nelle vene. Con il cuore in gola, si avventurò nel buio del corridoio. Ogni passo echeggiava sinistramente mentre si avvicinava alla porta della stanza degli ospiti, da cui sembrava provenire il suono.

Con un respiro profondo, aprì la porta. La stanza era buia, illuminata solo dalla pallida luce della luna che filtrava dalle tende. Attraverso l’oscurità, vide qualcosa muoversi. Uno spettro? Un’intrusione? O era solo la sua mente giocando brutti scherzi?

Si avvicinò con cautela, il cuore ancora più accelerato. Poi, con un balzo, accese la luce. Ciò che vide la fece urlare di terrore.

Sulla scrivania c’era il suo laptop, con lo schermo illuminato da una luce fioca. Ma non era questo a farla urlare. Era la figura che si rifletteva sullo schermo. La sua figura, ma con gli occhi vuoti, senza anima. Una versione distorta di se stessa, che la fissava con uno sguardo vuoto e malevolo.

In preda al panico, cercò di spegnere il laptop, ma non ci riuscì. La figura continuava a fissarla, come se volesse trascinarla in quel mondo distorto e tenebroso. Urlò ancora più forte, ma nessuno la sentì. Nessuno tranne quella figura che la guardava con occhi senza vita.

La sua ultima speranza era fuggire. Corse verso la porta, ma quando la aprì, si ritrovò di fronte ad un muro di oscurità. Era intrappolata, con quella figura che si avvicinava sempre di più, con uno sguardo che prometteva solo orrore e tormento.

E così, Sarah scomparve in quella notte buia e tempestosa, inghiottita da un’oscurità più grande di qualsiasi sua paura.

Giuseppe Gallo©2024 – RIPRODUZIONE RISERVATA

Giuseppe Gallo

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