Irene Olivier presenta il suo “Black Van”: «Amo l’Arte e mi piace sperimentare la mia artisticità»

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Conosciamo Irene Olivier, artista di Belluno, in radio con il singolo “Black Van”

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“Black Van” è la storia di un viaggio on the road di due persone. L’andata è uguale per entrambi ma al ritorno c’è solo uno dei due. Il motivo del ritorno solitario è volutamente aperto e lascia spazio a diverse interpretazioni che, però, non danno l’idea di un semplice lieto fine.

Irene Olivier parlaci un po’ di te.

Ciao! Se dovessi descrivermi dall’esterno in terza persona, direi che Irene è una ragazza che fin da piccola non ha vissuto una vita propriamente “normale”, per come la si potrebbe intendere nella maggior parte dei casi. A 8 anni circa ho iniziato a pattinare sul ghiaccio e dall’anno successivo questo sport mi ha impegnato a livello agonistico; fin da piccolissima, tutto il mio tempo libero dopo la scuola era impegnato in pista e i weekend, in stagione, spesso via per le gare. Questa è stata la mia vita per più di 10 anni. Quindi capite che non posso non parlarne se devo descrivermi, ed esserne grata eternamente, considerando che tanto della persona che sono oggi, del mio carattere, è dovuto a questo. Poi crescendo ho avuto la voglia e la fortuna di poter sperimentare altre cose, altre forme d’Arte, come la fotografia, altra mia grande passione. Questa è stato (ed è) un altro step importante della mia formazione, perché grazie alla fotografia, mi sono spinta a viaggiare moltissimo, anche da sola. Poi si arriva alla musica, che a dire il vero c’è sempre stata e in qualche modo deve aver fatto da collante e da costante tra queste forme d’Arte. Basti pensare che il pattinaggio di figura è uno sport che si pratica con la musica. Ora, come potete immaginare, sono dedicata ad essa al 100%.

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Come nasce “Black Van”?

Black Van a livello musicale è nata come un brano chitarra e voce, da un’idea (come sempre) di Marco Gabrielli, mio autore e produttore. E l’idea era anche, inizialmente, di lasciarlo tale. Poi però si è deciso di aggiungere una chitarra elettrica con sonorità un po’ “alla Hendrix” e di darle un tocco più rock, per quanto si resti nell’ambito pop. A livello di testo invece mi sono ispirata completamente all’idea di un viaggio on the road; una mia immagine di Route 66 in cui ambientare una storia.

Le tue passioni sono il pattinaggio, il cinema e la fotografia. Come si integrano con la tua altra passione, ovvero la musica?

Si integrano a livello assoluto, perché sono tutte forme d’Arte, che riguardano tutte le sfere sensoriali. Io personalmente credo di averle integrate dentro di me, perché amo l’Arte in generale e perché mi piace sperimentare la mia artisticità. Questo non significa poi necessariamente riuscire in tutto a livello artistico, ma sento l’esigenza di esprimere qualcosa di me.

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Prossimi progetti?

Nel futuro prossimo, ci sono almeno altri due singoli da lanciare, per poi finalizzare un secondo album. Mentre nel futuro non molto a lungo termine, porterò live tutto quello che è la mia produzione, ovvero il mio primo album, V-Deocrazy, assieme a questo secondo lavoro, che ancora in fase di creazione.

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Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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