CORONAVIRUS. L’Ospedale “San Marco” di Grottaglie

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Nel Sud Italia succede anche questo!

A Grottaglie, una piccola cittadina in provincia di Taranto denominata altresì “Città Delle Ceramiche” per il bellissimo quartiere dedicato e per la centenaria maestria dei suoi artisti, nel lontano 1967 venne inaugurato, per volere dell’allora Senatore cittadino Gaspare Pignatelli, molto amato e rispettato dai grottagliesi ancora oggi seppur scomparso da tempo, il nosocomio locale che divenne ben presto il fiore all’occhiello del territorio tarantino, l’Ospedale San Marco (già Opera Pia voluta dall’Arciprete di Grottaglie Leonardo Cecere nel 1464). Negli ultimi anni, anche grazie al compianto dott. D’Amore,  il reparto maternità divenne un’eccellenza. E diversi erano i validi reparti attivi all’interno del nosocomio.

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Per chissà quali giochi politici che non ci è dato conoscere, è ormai oltre un decennio che lo Stato italiano sta mettendo in un angolino Taranto e il suo territorio che le ultime vicende dell’Ilva hanno portato recentemente alla ribalta della cronaca nazionale.

L’Ospedale San Marco di Grottaglie entra certamente in questo gioco degli alti vertici dello Stato, sebbene i cittadini abbiano dato e continuino ad attribuire colpe ai politici locali e regionali che purtroppo non possono più di tanto se lo stesso Stato rema contro. 

L’Ospedale di Grottaglie non è più quello che il compianto Senatore Pignatelli volle fortemente, nel sito della sanità si possono trovare le erogazioni sanitarie attuali, e non è quello di cui ha bisogno il territorio grottagliese e tarantino. I cittadini sono delusi e amareggiati e protestano e ri-protestano. La storia è assai lunga e troppo ingarbugliata. Vero è che non si può agire come i gamberi camminando all’indietro. L’Ospedale di Grottaglie c’era ed era indispensabile per i cittadini in particolare e per il comprensorio tarantino in generale. Tanti sforzi sono stati fatti per ottenerlo e negare un diritto acquisito non è accettabile in alcun modo.

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Con l’emergenza coronavirus il Sindaco di Grottaglie,  avv. Ciro D’Alò, ha ben pensato di rivolgersi direttamente agli alti vertici del Governo per far loro presente che vi è una grandissima necessità di concentrarsi sull’Ospedale cittadino per poter far fronte all’emergenza sanitaria che si sta presentando. “Illustrissimi, La Sanità pugliese, in particolar modo quella della Provincia di Taranto, vive un momento di particolare difficoltà che con l’emergenza da COVID-19 si è aggravata ancor di più. Quanto scritto è ancor più significativo se si considera che in Italia i contagi che si stanno registrando vedono un incremento del 24,3% in 24 ore. Questa angosciante situazione, in considerazione anche della dichiarazione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità della Pandemia, porterà inevitabilmente un enorme calo del livello di assistenza che in Provincia di Taranto non può essere assolutamente accettata in considerazione anche dell’elevata percentuale dei pazienti oncologici e delle problematiche legate alla salute. In qualità di Sindaco e di autorità sanitaria locale non posso non mostrare preoccupazione per la mia comunità ma in generale per la Provincia di Taranto che, con l’evolversi della situazione epidemiologica, potrebbe portare il nostro Sistema Sanitario provinciale al collasso. Pertanto, considerata la necessità di far fronte ad eventuali emergenze che si potrebbero verificare nel territorio a seguito del contagio da COVID-19 chiedo, in deroga dal D.M. n. 70 del 2015, la riapertura dell’Ospedale “San Marco” di Grottaglie(TA) in considerazione del fatto che attualmente è l’unica struttura della Provincia di Taranto che nel breve tempo potrebbe essere di supporto all’Ospedale S.S. Annunziata di Taranto. Confido nel senso di responsabilità e celerità che finora hanno contraddistinto l’operato delle SS.LL e auspico l’accoglimento della suddetta richiesta e dell’immediata attivazione di tutte le procedure utili alla riattivazione della struttura ospedaliera citata.”.

Dal 12 marzo u.s., data della missiva, a tutt’oggi tutto tace. Restiamo in trepidante attesa di sapere quando lo Stato si degnerà di tendere una mano ai suoi figli del sud.

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