Musica e intelligenza artificiale: il futuro è Sanremix, intervista a Giuseppe e Nadia Fisicaro
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In un’era in cui l’intelligenza artificiale sta ridefinendo i confini della creatività, Digital Noises ha lanciato un progetto che ha catturato l’attenzione di artisti e pubblico: Sanremix. Un format innovativo che utilizza l’IA per reinterpretare le canzoni del Festival di Sanremo, creando mash-up sorprendenti e divertenti. Ma Digital Noises è molto più di Sanremix. L’agenzia, fondata da Giuseppe Fisicaro e guidata insieme a Nadia Fisicaro, opera nel mondo del publishing e della consulenza artistica, con un occhio di riguardo ai mercati internazionali, in particolare quello asiatico. In questa intervista, Giuseppe e Nadia ci raccontano la genesi di Sanremix, le sfide dell’utilizzo dell’IA nella musica, i loro progetti futuri e la loro visione del panorama musicale nell’era digitale.
Come è nata l’idea di Sanremix e qual è stato il processo creativo per realizzarla?
E’ stata un’idea spontanea, nata dal fatto che utilizziamo costantemente l’IA per il nostro lavoro. L’abbiamo lanciata come gioco social a Sanremo 2024, l’abbiamo fatta con Geolier, Negramaro, Diodato, Renga e Nek e alcuni altri e abbiamo capito che poteva funzionare come format per il web.
Quali sono state le maggiori sfide nell’utilizzare l’intelligenza artificiale per reinterpretare le canzoni degli artisti in gara?
L’AI non è uno strumento perfetto, noi impieghiamo molto tempo nel training vocale e non sempre il risultato è ottimale. In alcuni casi è stato molto difficile, per chi ad esempio utilizza autotune non è facile la modifica vocale che possa assomigliare all’artista che scegliamo.
Quali sono state le reazioni più sorprendenti o divertenti degli artisti che hanno partecipato a Sanremix?
Geolier è quasi impazzito a sentire “I p’ me tu p’ te” cantata da Gigi D’Alessio, l’ha subito riconosciuta e gli è piaciuta tanto. Renga invece non ha molto gradito la voce di Mahmood sulla sua “Pazzo di te”. Olly invece è stato bravissimo in studio ad indovinare le voci, le ha riconosciute quasi subito.
Come vedete il futuro di Sanremix e quali sono le idee per le prossime edizioni?
Il format piace sia agli ospiti che al pubblico, quindi vogliamo portarlo avanti. Abbiamo idee ambiziose, ma non posso spoilerare troppo.
Oltre a Sanremix, quali sono i vostri altri progetti?
Sanremix è un format, noi ci occupiamo di molte cose, tra cui l’esportazione di cataloghi musicali all’estero. Stiamo lavorando molto nei paesi asiatici, è un asset che stiamo cercando di sviluppare parecchio nell’immediato futuro.
Quali sono le principali sfide che affronta un’agenzia di publishing e consulenza artistica nell’era digitale, e come Digital Noises si distingue dalla concorrenza?
Noi siamo un’agenzia in cui creatività e manodopera viaggiano di pari passo. Spesso i nostri partner lavorano seguendo uno schema fisso, una comfort zone a cui sono abituati, noi invece cerchiamo soluzioni a cui magari loro non pensano, studiando strategie che possono adattarsi agli obiettivi e alle esigenze dei nostri partner.
Come è cambiato il modo di promuovere e distribuire la musica con l’avvento del mercato asiatico, e quali opportunità e difficoltà presenta questo nuovo scenario?
L’Asia è un mercato molto vasto, ecco perchè è di grande appeal. Hanno un’audience grande e se si riesce a soddisfarla i risultati sono di grande portata. La difficoltà è la conoscenza del mercato, va studiato di paese in paese, e avere i partner giusti che ti aiutano a promuovere i contenuti è fondamentale.
Considerando la vostra esperienza con artisti del calibro di Mario Venuti e Gianluca Grignani, quali sono i fattori chiave che determineranno il successo di un artista nel panorama musicale odierno?
Le regole sono le stesse di sempre, quello che cambia sono i mezzi. La Musica di qualità è quella che ha maggior possibilità di restare, ma la comunicazione della stessa è fondamentale per la riuscita di un progetto. E’ sempre stato cosi e lo è anche ora, solo che ora è il web a farla da padrone, i social in particolare.
Potete descrivere un caso di successo particolarmente significativo in cui Digital Noises ha contribuito a incrementare la rendita di un catalogo musicale storico o a raggiungere un traguardo importante su piattaforme come YouTube?
Abbiamo diversi esempi, uno che mi rende particolarmente fiero riguarda dei cataloghi di musica classica che hanno raggiunto importanti risultati all’estero, con canali che hanno superato i 100.000 iscritti e diversi milioni di views. Idem con il nostro progetto KidsLand di musica e contenuti per bambini, che ha fatto bene su YouTube e sta facendo ancora meglio su TikTok grazie al lavoro del mio team, in particolare di Nadia che lo segue direttamente dal punto di vista editoriale.
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