Palazzina Laf – La Recensione

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Palazzina Laf: Tra Commedia e Dramma, un Affresco dell’Ilva di Taranto.

Palazzina Laf, opera prima di Michele Riondino, si presenta come un film coraggioso e toccante, che coniuga sapientemente commedia e dramma per raccontare una storia vera: quella dell’Ilva di Taranto e dei suoi operai. Presentato al Festival di Torino 2023, ha ottenuto 3 David di Donatello, tra cui Miglior Attore protagonista per Riondino, Miglior Attore Non Protagonista a Elio Germano e Miglior Canzone a Diodato.

Trama:

Siamo nel 1997 a Taranto. Caterino, operaio siderurgico all’Ilva, viene scelto come spia dai dirigenti per identificare i colleghi da licenziare. Tra rimorsi e menzogne, si troverà invischiato in un gioco pericoloso, che lo porterà a confrontarsi con la dura realtà dello stabilimento e con le sue complesse dinamiche umane.

Pro:

  • Ricostruzione storica accurata: Il film dipinge un affresco realistico e commovente dell’Ilva, mostrando le condizioni di lavoro precarie, l’inquinamento e la paura costante per il futuro.
  • Interpretazioni intense: Elio Germano e Diodato brillano nei panni dei due protagonisti, regalando performance carismatiche e toccanti.
  • Regia sensibile: Riondino dimostra grande talento al suo esordio registico, alternando momenti di commedia a riflessioni profonde sulla dignità del lavoro e sul prezzo umano da pagare per il profitto.

Contro:

  • Ritmo a tratti altalenante: Il film presenta alcuni cali di ritmo, soprattutto nella parte centrale.
  • Finale un po’ prevedibile: La risoluzione della storia risulta in parte scontata, mancando di un vero colpo di scena.

Voto: 8/10

Conclusione:

Palazzina Laf è un film imperfetto, ma indubbiamente coraggioso e commovente. Offre uno sguardo crudo e realistico su una realtà drammatica, impreziosito da interpretazioni intense e da una regia sensibile. Un’opera che invita a riflettere sul prezzo umano del progresso e sulla dignità del lavoro.

Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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