RECENSIONE FILM. Freaks Out

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Una pellicola inusuale per il nostro Cinema contemporaneo, che a tratti richiama la grandiosità di Sergio Leone dalla quale allo stesso tempo se ne distacca, cercando una sua autonomia all’interno di un potenziale percorso verso la nascita di una vera mitologia pop “all’italiana”.

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Nel 1943 Roma è occupata dai nazisti. Fulvio (Claudio Santamaria) è un “uomo lupo”, Cencio (Pietro Castellitto) controlla gli insetti, Mario (Giancarlo Martini) un nano “magnetico” e Matilde (Aurora Giovinazzo) ha il potere dell’elettricità. Insieme formano il Circo Mezza Piotta, sotto l’ala protettrice dell’ebreo Israel (Giorgio Tirabassi). Quando il loro mentore scompare, i quattro “freaks” cominciano a cercarlo per le strade di Roma, finendo tra le grinfie di Franz (Franz Rogowski), il malvagio direttore del Circus Berlin…

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Con Freaks Out, il regista Gabriele Mainetti e lo sceneggiatore Nicola Guaglianone realizzano una vera rarità per l’attuale Cinema Italiano, un film dal respiro internazionale ma dallo spirito tutto tricolore; che non cerca di imitare i canoni cinematografici d’oltreoceano, ma li fa propri e li adatta al contesto e ai personaggi che di italico hanno tutto: dal pensiero alla parlata.

Freaks (1932) di Todd Browning, Sherlock Holmes (2009) di Guy Ritchie, ma anche Bastardi senza gloria (2009) di Quentin Tarantino e i fumetti di Mark Millar sono alcuni dei riferimenti cinematografici più espliciti presenti nella pellicola di Mainetti, sia a livello stilistico che narrativo e musicale. 

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La Roma occupata dai nazisti vede i partigiani come tanti guerrieri post-apocalittici, sporchi, avidi di vendetta e con scalcagnate protesi di legno. Anche loro un po’ freak, proprio come i nostri protagonisti, paragonabili a dei Fantastici 4 ai tempi di Captain America. Un gruppo di emarginati che vedono nella magia del circo la loro unica normalitàl tre uomini rudi, egoisti e un po’ codardi tenuti a bada da una ragazzina timorosa nel mostrare i suoi poteri ma che si dimostra il vero motore di un film “al femminile”.

Anche i nazisti, inquadrati nella loro eccentricità dalla figura del perfido e profetico Franz, appaiono dei personaggi quasi steampunk, con armi avveniristiche e qualche richiamo al presente.

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La shoah, la Resistenza, la Storia, in Freaks Out acquistano una deformazione e allo stesso tempo una evidenza e una potenza comunicativa sia artistica che didattica. Esempio di come è possibile insegnare con la fantasia.

L’epica battaglia finale è la ciliegina sulla torta di una pellicola inusuale per il nostro Cinema contemporaneo, che a tratti richiama la grandiosità di Sergio Leone dalla quale allo stesso tempo se ne distacca, cercando una sua autonomia all’interno di un potenziale percorso verso la nascita di una vera mitologia pop “all’italiana”.

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Titolo: FREAKS OUT

Con: CLAUDIO SANTAMARIA, AURORA GIOVINAZZO, PIETRO CASTELLITTO, GIANCARLO MARTINI,

GIORGIO TIRABASSI, MAX MAZZOTTA, FRANZ ROGOWSKI

 Montaggio: FRANCESCO DI STEFANO – Fotografia: MICHELE D’ATTANASIO

Musica: MICHELE BRAGA, GABRIELE MAINETTI

Costumi: MARY MONTALTO – Scenografia: MASSIMILIANO STURIALE

Prodotto da: ANDREA OCCHIPINTI, GABRIELE MAINETTI

Produttori Associati: ANDREA GUERRA, STEFANO MASSENZI

Produttori esecutivi: JACOPO SARACENI, TOMMASO ARRIGHI

Coproduttori: JOSEPH ROUSCHOP, JEAN-YVES ROUBIN, ISABELLA ORSINI

Soggetto: NICOLA GUAGLIANONE – Sceneggiatura: NICOLA GUAGLIANONE, GABRIELE MAINETTI

Regia: GABRIELE MAINETTI

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

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Freaks Out – Trailer

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Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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