Un ricordo di Raffaella Carrà attraverso i suoi abiti

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5 luglio 2021 ore 16,20 “E’ morta Raffaella Carrà” … Cosa? Non è possibile, è sicuramente una spiacevole carrambata! Infatti, questa volta, la diva più amata dagli italiani, e non solo, ha voluto fino alla fine sorprenderci amaramente.

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Lei, la diva per eccellenza e anche , nello stesso tempo, la donna più semplice e più empatica che lo star system abbia mai conosciuto. Lei che ha fatto la storia della TV italiana, la ballerina che tutti imitavano, la soubrette sexy e accattivante che ha dettato i nuovi canoni di bellezza, eleganza e libertà femminile. Sembrava immortale per tutte le generazioni che l’hanno conosciuta e invece … Resterà immortale davvero perché la conosce il mondo intero, perché ci ha insegnato ad essere noi stessi, ci ha insegnato che bisogna essere tenaci e dolcissimi nello stesso tempo. 

Conservo ancora il suo 45 giri in vinile di “Rumore” del 1979, un brano che da ragazzina mi aveva affascinato e lo ascoltavo più volte al giorno; un brano innovativo e meravigliosamente coreografato. Ma, appassionata com’ero di moda, apprezzavo ogni abito che lei indossava in ogni suo programma televisivo, abiti appariscenti e nello stesso tempo eleganti. Ebbene, ho avuto la fortuna di visitare nel 2018 la mostra organizzata a Roma presso il Teatro 1 di Cinecittà in collaborazione con Istituto Luce intitolata: “Iconoclasti. Lo stile di Raffaella Carrà nell’opera di costumisti e stilisti”.

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Quaranta costumi, selezionati fra oltre quattrocento, provenienti dall’archivio storico della Rai, di Annamode, della sartoria The One, e di Collezioni Carrà di Giovanni Gioia e Vincenzo Mola, di cui la maggior parte mai esposta fino a quella data. Quella diva maliziosa dal caschetto biondo, rimasto inalterato negli anni, che metteva in evidenza l’ombelico e le movenze sexy con ironia, ha permesso ai grandi nomi della moda di “giocare” con i corsi e ricorsi storici stilistici; nella selezione di abiti esposti, alcuni erano firmati da nomi come: Renato Balestra, Greta Boldini, Luigi Borbone, Mario Dice, Antonio Grimaldi, Giuseppe di Morabito, Guillermo Mariotto per Gattinoni, Leitmotiv, Fausto Puglisi, Marco Rambaldi, Francesco Scognamiglio, Daizy Shely.

La mostra voleva omaggiare la grande artista Raffaella Maria Roberta Pelloni, in arte Raffaella Carrà, che il 18 giugno del 2018 aveva compiuto settantacinque anni… Era la dimostrazione che lei era già un mito ancora prima della sua recente dipartita. Raffaella era sulle scene da 69 anni, sempre amata e celebrata da mondi diversi come la televisione, la moda, la militanza gay, le casalinghe, gli intellettuali. Una donna che aveva conquistato e mantenuto il successo rimanendo fedele a se stessa e alla sua ideologia rivolta al futuro, alla generosità, all’accoglienza e alla concretezza del quotidiano. 

Ecco perché, cara Raffaella, una donna come te (lungimirante, innovativa, ostinatamente moderna, generosa ed empatica) ci è sembrata sempre giovane ed è impossibile credere che tu non sia più tra noi. Ma, i miti sono immortali nei nostri cuori e tu, sicuramente, continuerai a fare “RUMORE”. 

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Angela Astone

Angela Astone

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