L’equipe di Paleopatologia dell’Università di Pisa allo studio dei resti di San Ceccardo, patrono di Carrara

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C’è una nuova indagine per l’equipe della divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa, che questa volta dovrà studiare i resti di San Ceccardo, patrono di Carrara. Dopo la ricognizione delle reliquie conservate nel Duomo di Sant’Andrea, i paleopatologi dell’Ateneo pisano hanno effettuato per la prima volta uno studio scientifico delle spoglie del Santo, con lo scopo di ricostruire il suo profilo biologico e di ottenere informazioni sulle condizioni di vita e di salute e sull’epoca in cui è vissuto.

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La ricognizione è stata effettuata dall’equipe della divisione di Paleopatologia, diretta dalla professoressa Valentina Giuffra del Dipartimento di Ricerca Traslazionale, e costituita dall’antropologa Simona Minozzi, dagli archeologi Agata Lunardini e Giovanni Gatti, e dal fotografo documentarista Marcello Gambini. Come prima cosa sono stati effettuati alcuni esami radiografici nella diagnostica di radiologia del Centro polispecialistico di Carrara, grazie alla disponibilità del direttore del presidio ospedaliero delle Apuane Giuliano Biselli e di Maria Xiarchou, incarico di funzione organizzativo dei tecnici di radiologia dell’Azienda USL Toscana nord ovest per l’ambito provinciale di Massa e Carrara che ha eseguito la tac.

Dal punto di vista tecnico è stata fatta una tac volumetrica della teca cranica utilizzando la tac modello GE 64strati. Le immagini acquisite verranno poi rielaborate per ottenere una immagine 3D del volto di San Ceccardo. Inoltre, sono state eseguite delle radiografie dello scheletro per lo studio di eventuali patologie ossee. Il referto radiologico sarà a cura di Carlo Tessa, direttore della Diagnostica per immagini dell’Azienda USL Toscana nord ovest per l’ambito provinciale di Massa e Carrara.

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“L’intervento, che ha combinato le operazioni di ricognizione delle reliquie con lo studio bioarcheologico dei resti umani e con indagini storico-letterarie, potrà apportare dati nuovi e inediti per ricostruire la “biografia” del Santo, la cui vicenda storica è caratterizzata da pochissimi elementi certi, restituendo nuova luce ad una figura singolare e di grande rilevanza nella storia medievale di Carrara” afferma la dott.ssa Minozzi, principale autrice dello studio.

Le spoglie del Santo sono conservate in una teca posta sotto l’altare a lui dedicato nella navata laterale del Duomo, mentre il cranio è riposto in un reliquario di argento di pregiata fattura. L’apertura dei sigilli dei reliquiari è avvenuta dopo una semplice liturgia presieduta dall’Amministratore diocesano, mons. Gianni Ambrosio alla presenza del parroco, mons. Raffaello Piagentini, del Delegato vescovile rev. don Samuele Agnesini, del notaio rev. don Maurizio Manganelli e del Promotore di giustizia rev. don Luca Franceschini, che hanno poi supervisionato tutte le attività di studio che si sono concluse il 27 Febbraio con la ricollocazione delle spoglie del Santo. L’intervento e le attività scientifiche sono state finanziate dalle ditte VF Marmi Srl, Autotrasporti 2P Srl, Beran Srl e Coopertiva Cavatori Lorano Srl.

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