Il 31 gennaio e il culto di San Ciro

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Ogni anno, il 31 gennaio, in alcune cittadine italiane, si ricorda il martirio di San Ciro, avvenuto in questo giorno nel lontano 303 d.C. .

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San Ciro fu portato a morte insieme al suo fedele Giovanni, un ex soldato che lasciò le armi per dedicarsi alla vita ascetica ed eremitica con il nostro Santo. Entrambi si rifiutarono, in un periodo di forti persecuzioni contro i cristiani, di rinnegare la loro fede e per questo furono decapitati.

San Ciro è venerato sia nella Chiesa cattolica che in quella ortodossa. È patrono cittadino in diverse località italiane. Tra queste, Marineo (PA), che gli dedica due feste l’anno; una per “Santu Ciru puvureddu” con la tradizionale processione in cui i devoti, a dorso di muli e cavalli, portano in dono al Santo grano, frumento e denaro ed avviene nel giorno del martirio; e quella più “ricca” che dura tre giorni e che corrisponde all’arrivo della reliquia ad agosto. Furono proprio i cittadini di Marineo a portare il culto di San Ciro oltre oceano fino a New York. Anche a Portici (NA) i festeggiamenti sono in due date diverse; il 31 gennaio e la prima domenica di maggio con la tradizionale processione in cui i devoti indossano una sciarpa o un abito dello stesso colore amaranto del manto del Santo; il falò celebrativo per motivi di ordine pubblico non vi è più da molto tempo. San Ciro fu evocato con insistenza anche durante gli anni della peste perché salvasse con la guarigione e portasse la fine della pandemia.

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A Grottaglie (TA), cittadina pugliese nota per le sue ceramiche, la festa dura dai giorni precedenti il 31 gennaio con fuochi, bancarelle e la tradizionale processione che dura oltre sei ore e attraversa la città, senza dimenticare la tradizionale pira. Non si può descrivere con le parole la devozione della gente di Grottaglie verso questo Santo il cui culto fu portato agli inizi del 1700 da Napoli dal Santo cittadino, San Francesco De Geronimo, il gesuita di cui la città conserva la casa natia, una chiesa a lui dedicata ed una sentita devozione. Invero, fu proprio San Francesco che si adoperò anche a Napoli a divulgare il culto di San Ciro.

Con le parole non si può descrivete l’emozione tangibile, a tratti fino alle lacrime, dei devoti. Grande commozione quando la statua del Santo passa sotto la casa di un ammalato e si gira sostando verso di lui o quando si ferma davanti all’Ospedale cittadino dove i degenti aspettano con ansia di poterlo vedere. Molta gente che non frequenta la chiesa abitualmente, nei giorni dedicati al Santo pare “convertirsi”.

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Il Santo è sulla bocca di tutti, a maggior ragione oggi con la pandemia che ci ha colpito, essendo stato lui stesso medico ed essendosi sempre adoperato per la salute dei più poveri. A Grottaglie si può seguire il Santo persino attraverso la Pagina Facebook e addirittura un’applicazione, “Speciale San Ciro”, che permette di seguire interviste, alcune Sante Messe in diretta nonché la processione e la pira e che avvicina al proprio Santo i grottagliesi lontani. Esiste un ” Comitato per San Ciro” che gestisce i festeggiamenti nonché un’Associazione molto nota in città, “Medici per San Ciro”, che si spende per gli altri ed ha istituito molti anni addietro una borsa di studio intitolata al compianto Dott. Ciro Rosati. A Grottaglie persino il Sindaco si chiama Ciro.

Quest’anno, a causa della pandemia, i festeggiamenti sono stati ridotti ma è stata garantita la pira, sebbene più piccola, un falò imprescindibile dalla ricorrenza. È meravigliosa e senza tempo la devozione a San Ciro ma val la pena sottolineare che i Santi fanno da tramite con il Cristo e da Questo non possono prescindere.

Foto di copertina da Speciale San Ciro Grottaglie per gentile concessione

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