Otranto. Il cavaliere senza testa

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La vallata inglese di Sleepy Hollow è in Puglia? Le avventure di Ichabod Crane narrate da Washington Irving possono essere ispirate a una storia reale? Una vicenda ambientata molto più a Sud dell’Inghiliterra, in una città baciata dal sole che si affaccia sul Mediterraneo. Questa è la stora del Conte di Conversano… il cavaliere senza testa!

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Otranto si trova in Salento, a pochi chilometri da Lecce. Il suo castello ha ispirato il celebre “Il castello d’Otranto”, romanzo di Horace Walpole che ha inaugurato il genere horror-gotico, che poco si adatta al mare limpido, al cielo azzurro e al clima mediterraneo che rendono Otranto una città tutt’altro che spettrale.

Ma tanti sono i fantasmi che popolano la città pugliese. Molti di questi sono gli spiriti degli 813 santi martiri di Otranto, dei quali teschi e ossa sono esposti nella Chiesa di Santa Maria dei Martiri, che sorge sul Colle della Minerva, proprio dove essi trovarono la morte il il 14 agosto 1480.

Martiri di Otranto - Wikipedia

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In quei giorni, infatti, le truppe saracene del comandante Gedik Mechmèt Pascià occuparono la città, attaccandola via mare con il fuoco dei cannoni delle sue possenti navi. Il loro piano era quello di conquistare il Sud Italia, arrivare in Francia e ricongiungersi con le truppe arrivate in Spagna.

L’esercito del sultano Maometto II sbarcò a Otranto l’11 agosto 1480, combattendo contro le armate cristiane che difendevano strenuamente la città. Le palle di pietra e di piombo sparate dai cannoni saraceni colpivano senza sosta le mura della città, che ancora oggi mostrano i segni di quel terribile attacco. Così, dopo 15 giorni di assedio, i saraceni conquistarono finalmente la città ed espugnarono il castello. Le donne furono ridotte in schiavitù, mentre gli 800 superstiti furono imprigionati. Fu loro concessa la possibilità di salvarsi rinnegando la fede cristiana, ma gli otrantini resistettero e così, il 14 agosto, a gruppi di 50, furono decapitati davanti ai loro parenti.  

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Nelle lotte che infuriarono in quei giorni si distinse Giulio Antonio Aquaviva, conte di Conversano e luogotenente del Re di Napoli Alfonso d’Aragona. Costui, abile spadaccino, durante la battaglia fece strage di saraceni finché la scimitarra di uno di essi non lo decapitò. Ma testimonianze narrano che, tuttavia, il corpo del conte, in sella al suo cavallo, continuò la lotta con ardore, mandando all’altro mondo altrettanti nemici. 

Alla fine della battaglia il corpo del conte di Conversano, divenuto ormai il cavaliere senza testa, raggiunse al galoppo il castello di Sternatia, non molto lontano da Otranto. Giunto nel cortile del palazzo il cavallo si fermò e il cavaliere cadde al suolo, senza vita. Il suo corpo fu portato nella Chiesa di Santa Maria dell’Isola, a Conversano, dove tuttora riposa.

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Ma la sua testa che fine ha fatto? E’ a Conversano? Oppure sarà ancora ad Otranto? Forse è custodita tra le reliquie di quegli 800 martiri sul Colle della Minerva?

Difficile identificarla… ma che la testa del conte Acquaviva sia ancora ad Otranto lo dimostra il suo fantasma, che spesso, nelle notti di agosto, si aggira al galoppo tra i vicoli della “vecchia Otranto”, incrociando il suo cammino con quello dei tantissimi turisti che affollano le città nelle serate estive.

Chi di voi lo ha visto, ce lo faccia sapere…

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Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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