25 aprile 2020, una “Festa della Liberazione” da non dimenticare

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Il 25 aprile è il giorno in cui si celebra, ogni anno in Italia, la festa della Liberazione dal nazifascismo, avvenuta nel 1945. In realtà, quel fatidico giorno coincise con l’inizio della ritirata da parte dei soldati nazisti e di quelli fascisti della repubblica di Salò dalle città di Torino e di Milano.

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La guerra in Italia non finì il 25 aprile 1945, ma continuò ancora per qualche giorno, fino agli inizi di maggio. Il 25 aprile fu proclamata “Festa della Liberazione” il 22 aprile del 1946, quando il governo italiano provvisorio (guidato da Alcide De Gasperi) stabilì che doveva essere “festa nazionale” (con la legge n. 269 del maggio 1949) nel settembre 1948.

Ogni anno eravamo abituati a una innumerevole serie di eventi. Invece, il 25 aprile 2020 che commemora il 75° anniversario della Liberazione, non avrà comizi celebrativi e manifestazioni. Ognuno di noi, nella propria abitazione, potrà celebrare un evento storico così importante solamente attraverso uno schermo della TV o del computer. Documentari, film, discorsi istituzionali, convegni web organizzati dalle associazioni saranno ciò che farà restare vivo il ricordo di tanti eroi che ci hanno donato la loro vita o il loro sacrificio per renderci liberi. E’ vero, sarà un 25 aprile differente ma sarà comunque un “25 aprile” che reitererà le paure, le vittorie e le sconfitte, i sacrifici umani tipici di un conflitto mondiale. Ma in questa nuova “festa della liberazione” il nemico, o meglio l’invasore, è invisibile e i nostri partigiani sono medici, infermieri, OSS, farmacisti e volontari che hanno fatto degli ospedali la loro trincea, dei respiratori le loro armi, della salute la chimera da raggiungere.  

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Sarebbe gradito evitare le polemiche, i pregiudizi, le divisioni, le offese e le discriminazioni che, come in passato hanno ferito e diviso la nostra Patria, anche oggi si ripetono . Nelle difficoltà bisognerebbe essere solidali, collaborativi, generosi e comprensivi evitando di vanificare l’operato di chi, con la propria vita e il proprio impegno, cerca di renderci liberi, ieri dalla oppressione, oggi dalle nefandezze di un virus. Non dobbiamo dimenticare gli eroi del 1945 come non dobbiamo dimenticare gli eroi del 2020, perché dimenticare chi ha combattuto per un ideale così necessario per la collettività significa essere malvagi e crudeli e non “alla moda”.

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Angela Astone

Angela Astone

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