I Diritti dei più deboli. Siamo realmente uno Stato di diritto?

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Si parla spesso di diritti riferendoci ad anziani, bambini, donne, genere. L’Europa ha stilato una “Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea” il 7 dicembre del 2000. Circa 20 anni fa.

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L’Art. 1 pone l’accento sulla dignità umana che deve essere rispettata e tutelata. Già solo questo racchiude un’enormità di diritti. L’Art. 14 poi cita il diritto all’istruzione e la facoltà di accedere gratuitamente all’istruzione obbligatoria. L’Art. 15 il diritto al lavoro. Abbiamo ancora diritto del bambino o dell’anziano, condizioni di lavoro giuste ed eque oltre che sane sicure e dignitose, il bambino che ha diritto alla protezione e alle cure necessarie al suo benessere, si garantisce la protezione della famiglia sul  piano giuridico economico e sociale, diritto all’assistenza sociale e abitativa per chi non ha le risorse economiche, diritto ad una buona amministrazione, ecc…ecc…

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Tutti ottimi propositi, e sarebbe bello vederli applicati. Ma in realtà quanti diritti vengono negati in Italia? Diritti negati a volte dallo Stato stesso con i tanti episodi di errori giudiziari. Tra questi  il più clamoroso fu senz’altro quello perpetrato dal 1983 ai danni del noto e amatissimo conduttore televisivo Enzo Tortora, condannato per le accuse di loschi figuri, assolto nel 1987 dalla Cassazione quando ormai una vita, una famiglia era stata distrutta e il povero Tortora morì un anno dopo da uomo libero. Vogliamo ricordare anche un altro noto imitatore e conduttore televisivo, anch’egli amato dagli italiani, Gigi Sabani, accusato nell’estate del 1996 di truffa a fini sessuali e induzione alla prostituzione, prosciolto da ogni accusa e risarcito con ventiquattro milioni di vecchie lire ma ormai finito come uomo di spettacolo e spentosi un anno dopo il proscioglimento da ogni accusa a soli 54 anni col dolore nel cuore. E i casi di malagiustizia in Italia sono purtroppo tanti. Subiti da gente che di spettacolo non è e che di clamore ne fa poco, ma nel loro piccolo mondo le tragedie di vite distrutte vengono consumate ugualmente.

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Un altro diritto a metà è quello dell’istruzione gratuita. Perché in Italia, e chi ha figli lo sa bene, abbiamo l’obbligo scolastico fino a 16 anni. E non è una cattiva cosa. Ma, ci chiediamo, se l’istruzione deve essere gratuita per il periodo dell’obbligo, come mai ogni anno le famiglie si trovano, volenti o nolenti, li hanno o non li hanno, a dover sborsare cifre vicine ai 400€ per l’acquisto dei libri scolastici, oltre naturalmente al materiale quotidiano di cancelleria?

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L’art. 15 poi ci lascia veramente senza fiato. Il diritto al lavoro. In un’ Italia messa in ginocchio, con i politici pagati più che in qualunque altro Stato europeo, per le famiglie che arrancano o non hanno neanche l’indispensabile per sopravvivere, questo diritto non esiste. Il terrore delle conseguenze in caso di figli minori (citiamo  Bibbiano ma lo stile è purtroppo più consueto di quanto possiamo immaginare), impauriti non chiedono aiuto allo Stato e vivono dell’elemosina della gente, privandosi del diritto fondamentale alla dignità dell’essere umano che è in capacità lavorativa. Certo, a volte è più facile fare l’elemosina piuttosto che metterci la faccia ed aiutare questa  gente a reinserirsi nel lavoro.

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E arriviamo agli anziani. Persone consumate dal lavoro di una vita per essere poi, in vecchiaia,  alla mercé di figli disgraziati o assistenti che li maltrattano e sottraggono tutti gli averi per la loro avidità. E nessuno prende posizione. Ognuno si fa i fatti suoi. Anche i magistrati, portati a conoscenza dei fatti, a volte non intervengono per loro pura mancanza di empatia e pietà umana.

Questa è l’Italia. E molto altro in negativo.

Fortunatamente, accanto al cattivo c’è sempre il buono, fatto di gente che si commuove ancora, che crede ancora che la Giustizia Divina valga più di quella umana. E si da un gran daffare ad aiutare.

Gli italiani, un popolo in ginocchio che, anche nella povertà conosce e applica la solidarietà.

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