“La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita partendo dall’assunto che la violenza contro le donne sia una violazione dei diritti umani”, così recita l’ONU (Organizzazione Nazioni Unite) nel suo sito italiano (www.onuitalia.it).
La Giornata è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tramite larisoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. Le parole che colpiscono la mia attenzione sono in un ordine preciso, presumo per l’importanza che la mia mente e il mio background culturale e sociale danno all’argomento, nella mia ricerca di schematizzare e ricavare le priorità.
La prima parola che la mia mente tramite i miei occhi visualizza è certamente “VIOLENZA”. E il pensiero va a ricercare il significato intrinseco ed estrinseco del termine; i tanti libri letti, le molte trasmissioni televisive e radiofoniche seguite e le testate giornalistiche. Internet apre poi un ulteriore mondo sull’argomento. Violènza, per il vocabolario italiano Treccani, è “la caratteristica, il fatto di essere violento, soprattutto come tendenza abituale a usare la forza fisica in modo brutale o irrazionale, facendo anche ricorso a mezzi di offesa, al fine di imporre la propria volontà e di costringere alla sottomissione, coartando la volontà altrui sia di azione sia di pensiero e di espressione, o anche soltanto come modo incontrollato di sfogare i proprî moti istintivi e passionali”. Riflettere sul significato proprio del termine è già prendere maggior coscienza del problema.
Ma cos’è la violènza nel suo significato estrinseco di “agire dal di fuori”? “Dal di fuori” c’è un mondo atavico maschilista, dove l’uomo è quello che comanda e decide, dove l’uomo è il padrone della donna, dove l’uomo è quello che porta il pane a casa e la donna quella che deve badare ai bambini e alla casa senza potersi lamentare. Ecc..Ecc.. Questa è ancora l’Italia alle soglie del 2020. Non serve prendersi in giro. Il 31,5% degli uomini ragiona ancora così. Nel sito dell’Istat ( https://www.istat.it/it/violenza-sulle-donne/il-fenomeno/violenza-dentro-e-fuori-la-famiglia/numero-delle-vittime-e-forme-di-violenza ) potrete trovare un dettagliato elenco delle violenze ai danni delle donne. Si parla di violenza fisica e sessuale.
Certo, consideriamo che nell’indagine mancano le tante denunce non presentate per paura o pudore o per scarsa fiducia nella Giustizia italiana (come dare torto?!). La cosa che mi fa specie è che nell’elenco dell’Istat non ci sia la violènza psicologica e neanche quella economica. Eppure sono migliaia e migliaia le donne che subiscono questo tipo di violènza che devasta non solo loro ma anche, là ove ci sono, i figli costretti a subire la miseria, la fame e la paura di non arrivare a domani.
Ho voluto parlare di una Donna, Anna, come simbolo della vittoria sulla violènza. (https://www.anynamenews.com/index.php/cultura/item/97-una-chiacchierata-con-anna). Anna ce l’ha fatta ! Ma quante ancora vivono tutta la vita nella difficoltà e nella paura perché pensano di non avere via d’uscita?!
A questo punto leggo la seconda parola che mi ha colpita, “ELIMINAZIONE” e penso che tanto si stia facendo per questo, ma tanto altro c’è ancora da fare. Forse le nostre bis bis bis nipoti cominceranno a trarne vantaggio, si spera solo perché la speranza è l’ultima a morire.
La terza parola, “INTERNAZIONALE”, mi rincuora di primo acchito perché penso che non sia solo l’Italia ad avere un “Okay, Houston, we’ve had a problem here!”. Della serie “mal comune mezzo gaudio”. Ma il “rincuoramento” dura assai poco perché interviene la tristezza e l’orrore che questo sia un problema mondiale del genere umano. E penso tristemente che l’uomo non diverrà mai completamente Uomo !
L’ultima parola che leggo è in realtà la più bella e importante di tutte, “DONNE”! E la mia mente va alle Donne che sono nonne, madri, figlie, sorelle, mogli, e ognuna di queste può essere solo madre o solo moglie ma esclusivamente per sua scelta, non certo perché uno Stato non riesce a garantirle un lavoro o non riesce a tutelarla oppure un marito padre-padrone non le permette di lavorare. Donne che sono le insegnanti dei nostri figli. Donne che sono medici o avvocati o magistrati. Donne scrittrici, Ministri, Presidenti del Consiglio, scienziate, poetesse o donne semplici che comunque nella Società saranno sempre colonne portanti della vita!
Scarpe rosse e fiori recisi secchi senza colore sono per me il simbolo delle Donne che ogni giorno lottano per la Giustizia!
Patrizia Giannotte