La Settimana Santa – tra sacro e profano

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La settimana Santa della Pasqua 2019 è andata in archivio e mai come questa volta la sacralità dei riti si è mischiata con quella profanità, ormai, propria dei nostri tempi.

Sembra quasi che il rispetto, la partecipazione composta e sincera, l’emozione di una volta, abbiano lasciato il passo alla maleducazione, alla caciara, all’esibizionismo.

Quando ero ragazzino, ad esempio, ricordo con quale compostezza mista a delicatezza si entrava in chiesa il giovedì santo: il passo era felpato, gli occhi rivolti costantemente all’altare, il cuore batteva forte dall’emozione perché la mia catechista era riuscita, probabilmente, ad inculcarmi quale fosse il significato di questa settimana per un cristiano in un crescendo di emozioni sino al giorno della resurrezione di Cristo.

Girando per le strade di Grottaglie, quest’anno, nel tradizionale “giro dei Sepolcri” purtroppo mi sono accorto di quanto ormai a gran parte della gente interessi soltanto farsi lo struscio delle vie del centro storico. Alcuni episodi mi hanno lasciato allibito: entrato nella Chiesa Madre due uomini discutevano amabilmente, come se fossero al bar, dell’eliminazione della Juventus, di qualche giorno prima, dalla Champions, immediatamente dopo si sono udite le suonerie di alcuni telefonini; nella chiesa di San Francesco De Geronimo, sempre protagonisti i telefonini, alcuni ragazzi stavano continuamente a fotografare ora l’altare, ora i Perdoni e non solo, la navata della chiesa sembrava una normale strada di paese ove potersi fermare a conversare e a darsi gli auguri.  In mente mi è sorta subito una domanda: ma dove sono finiti quei sacerdoti che, in queste occasioni, giravano per la chiesa e ti tiravano anche qualche scappellotto se ti permettevi di parlare ad alta voce? Sono cambiati anche loro? Ma non finisce qui: chiesa della Madonna del Rosario: a pochi metri dall’ingresso assisto esterrefatto ad una lite tra un uomo e una donna per il parcheggio dell’auto; discutevano su chi aveva visto per primo il posto libero e ad un certo punto l’uomo ha riempito di parolacce la donna. “Buona Pasqua”, mi sono detto …….

Il clou forse si è avuto durante la processione del Venerdì Santo con ragazzini pronti a farsi dei selfie – maledetti telefonini… – con sfondo la statua del Cristo morto. Ma dove siamo arrivati? Dobbiamo continuare a tollerare tutto? La colpa è sicuramente di noi adulti che abbiamo delegato il ruolo di educatore a degli strumenti tecnologici che non sanno dire di no e che ti permettono fare tutto ciò che vuoi.

Il cerchio si è chiuso con la messa di Pasqua: chiese stracolme di gente, come nel giorno di Natale, che solitamente va a in chiesa due volte l’anno per timbrare il cartellino, dire io c’ero e lavarsi la coscienza davanti a Dio.

Impossibile seguire la messa diurna di uno di questi giorni. Il brusio è talmente fastidioso che mantenere la concentrazione verso ciò che sta avvenendo sull’altare è davvero difficoltoso. Ed anche in questo caso ho visto con i miei occhi una mamma tenere a bada il proprio vivace bimbo affidandosi……… a YouTube.

Dunque tutti quanti noi, nonni, padri e adulti, dobbiamo impegnarci affinché si torni al rispetto di un tempo delle tradizioni magari lasciando a casa, almeno una settimana l’anno, quei “maledetti” smartphone.

 

GIOVANNI SARACINO

Giovanni Saracino

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