Intervista ai Fik y las Flores Molestas: Il Racconto di ‘Loophole’ e del Suo Significato Profondo

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Musica, protesta e impegno sociale: Loophole, un ritratto sonoro dell’attivismo contemporaneo.

Federico Ficarra, in arte Fik, ci racconta il nuovo singolo “Loophole”, della sua band Fik y las Flores Molestas, dal 23 febbraio 2024 in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali.

Qual è stata l’ispirazione principale dietro la creazione di “Loophole”? Come avete affrontato il processo creativo, specialmente considerando il periodo della pandemia e le tematiche sociali trattate nella canzone?

La pandemia ha reso impossibile il nostro lavoro ed ha cosí bloccato il processo di arrangiamento e produzione. Il testo della canzone invece trae ispirazione proprio da quella situazione, l’estrema presa di consapevolezza del disastro ecologico e delle sue conseguenze. Altri temi come l’odio e il giudizio, la competitività, il desiderio di vedere il fallimento altrui sono componenti del sistema economico che ci sta portando verso la catastrofe e nel Veneto sono molto sentite:  all’epoca non potevamo lavorare in quanto musicisti (ci era vietato anche registrare, anche solo trovarci) e c’erano manifestazioni per i lavoratori del mondo dello spettacolo. In Italia l’arte non é considerata lavoro e in quel periodo é diventato evidente anche per i non addetti ai lavori. Il tema del carnevale mi é caro invece da tempo e, come diceva Jim Morrison, credo che serva come mezzo per arrivare a celebrare e “partecipare” la diversità in tutte le sue forme: religiose, etniche, sessuali, culturali…

Il brano presenta una combinazione di influenze musicali, tra cui il jazz e il funk. Come avete lavorato per fondere questi diversi stili e creare un suono unico per “Loophole”?

Assieme a Luca Jacoboni Fosco17 abbiamo sovrainciso tante chitarre: la prima é quella che suona gli accordi che si sentono distintamente nell’intro modulati da un pedale d’espressione che controlla il volume, poi c’è la chitarra che esegue il riff centrale che ritorna in un hook strumentale, e poi tante chitarre che suonano ciascuna una nota o “chiodo” funky. Gli accordi sono ricchi di estensioni “jazz”. Il basso arrangiato in stile dance é un’idea di Fosco17, quest’ultimo ha anche dato precise indicazioni a Luca Rizzoli per la registrazione della batteria.

Il videoclip di “Loophole” sembra essere molto elaborato e ricco di simbolismo. Potreste condividere il processo di creazione del video e spiegarci come avete scelto i vari elementi visivi per accompagnare la vostra musica?

Ho pensato che il Grindhouse potesse essere il luogo ideale per girare un video in quanto ci sono simboli che rimandano all’antifascismo, ai diritti dell3 sex workers, alla musica hardcore, Loophole non é un pezzo hardcore ma com’è noto emettiamo soft and hard Jazz Fusion vibes. La gabbia cosí come il carrello della spesa rappresentano il ghetto di cui parlo nel singolo precedente Stranger, anche la gestualità di Laura Baldon e Bruno Carlini evocano sentimenti di sensualità, vicinanza, ma anche paura e repulsione. I trucchi e la parrucca non rappresentano ma semplicemente sono un mio modo di essere, quello che preferisco, é un simbolo di libertà in quanto anticonformista ma é una libertà povera perché come cantava Gaber libertà é partecipazione. Il finale del video suggerisce l’idea che questa “libertà” alla gente non piace.

Oltre alla musica, sembrate avere una forte presenza e impegno nell’ambito sociale e culturale. Come pensate che la vostra musica possa contribuire alla discussione e alla sensibilizzazione su questioni importanti come la giustizia sociale e l’ecologia?

Ho organizzato numerose parate del carnevale dell’amore a Berlino ed anche a Padova, ho iniziato 11 anni fa parlando di tematiche di origine hippy come condivisione, psichedelia e poliamore (come concetto che al suo interno contempla ogni diversità LGBTQ+). Anni dopo che ero andato via da Berlino hanno continuato ad organizzare carnevali sociali e anche quest’anno a Padova é stato organizzato un carnevale sociale. Da credo 8 si parla di Rinascimento Psichedelico e di recente alla Yale University hanno perfino dimostrato che la psilocibina potenzia il cervello. Riteniamo di stare andando nella direzione giusta e considerando che ormai abbiamo il neo-fascismo al governo non ci possiamo più permettere di avere alcun dubbio a riguardo.

Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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