Il Festival terre di dentro omaggia Paolo Conte e Gaber

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Giovedì 28 dicembre al teatro Purgatorio di Bari per il festival multidisciplinare “Le Terre di
Dentro”, promosso dall’associazione Vitainmoto, saranno proposti due appuntamenti musicali con
il progetto “Caffè Macombo” tributo alla musica di Paolo Conte e “Mi fa male il Mondo: vi
racconto Giorgio Gaber”, omaggio al noto artista a cura di Vito Di Leo.

Si inizia alle 19.30 con la musica del noto jazzista eseguita da Dario Di Stefan in voce e al kazoo,
Walter Di Serio alle chitarre, Lorenzo Freccia D’Urso alle Tastiere e Pierpaolo Mincolla alla
fisarmonica. Questo progetto punta a valorizzare un poeta della musica, cantastorie erudito e
raffinato, musicista compositore, artista in perenne equilibrio tra i generi musicali. Paolo Conte ha
segnato profondamente la storia della canzone italiana. Custode di molte eredità, la sua musica è
carica di precisi riferimenti che vanno dal musical al ragtime, dal jazz allo swing, ma resta lontana
da ogni rigida classificazione: con lui la canzone d’autore si svuota di ogni connotazione storica per
traghettare, con disincantata ironia, universi referenziali carichi di valori universali, dove la
provincia diventa metropoli e la solitudine camuffa il tentativo di sognare in grande, molto più in
grande delle nostre reali possibilità. Durante l’esecuzione saranno proposti alcuni dei suoi brani più
celebri come “Via con me”, “Sotto le stelle del Jazz” e “Bartali”.

Un altro omaggio a un grande della musica italiana e non solo sarà portato in scena dall’attore,
cantante e regista Vito Di Leo, Sembrano scritte oggi le canzoni di Gaber con la sua genialità, la sua
narrazione libera e senza condizionamenti degli avvenimenti del mondo e della vita. La sua
passione per le verità e per la “sua” verità “sbattuta in faccia” a tutti: sulla politica, sul costume,
sull’amore, sull’amicizia, sulla povertà e sulla ricchezza, sull’uguaglianza e sulle diseguaglianze
sociali, sul mercato e sulla massificazione delle coscienze, assuefatte al consumo e alla dipendenza
della produzione, sulle idiozie dell’essere umano, su quei movimenti degli anni ’70 che confusero
persone e identità in un esercizio sterile e conformista di violenza di massa. Ha fatto questo come
solo un altro grande poeta del Novecento italiano comprese e seppe interpretare, Pier Paolo
Pasolini.

Realizzato con il contributo con il contributo del Comune di Bari – Assessorato alla Cultura e
Regione Puglia, il festival sempre giovedì 28 dicembre proporrà al teatro Abeliano, alle 19.30 con
ingresso gratuito, l’incontro con Carmine Natale che presenterà il suo romanzo “Le Frontiere
dell’inquietudine”.

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