«Taranto è…Napoli»

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In programma nell’Istituto comprensivo “Sandro Pertini” di Paolo VI. Per rendere omaggio a due città incantevoli. Le similitudini fra vicoli e stabilimenti siderurgici, la maschera di Pulcinella per scongiurare sciagure, i set televisivi e cinematografici

“Taranto e/è Napoli…Napoli e/è Taranto”. Dopo il debutto di giovedì 8, replica venerdì 9 febbraio alle 10.00 nell’Auditorium dell’Istituto comprensivo “Sandro Pertini” di Paolo VI con sede in via Pastore 3. Una rappresentazione teatrale in coincidenza del prossimo Carnevale, con licenze musicali e testi in dialetto tarantino, messa in scena dagli alunni delle classi Terza B e Terza A.

“Taranto e/è Napoli…Napoli e/è Taranto” è un progetto scolastico programmato su invito della dirigente scolastica dott.ssa Daniela Giannico e curato dalle insegnanti Cloe Telesca, Vanessa Mero, Maria Altavilla e Angela Paciano (insegnante di musica).

Protagonista della rappresentazione, fra gli altri, Pulcinella. «Confessiamo che oltre a Farinella, maschera pugliese, adottata dal Carnevale di Putignano – spiegano le docenti dell’Istituto comprensivo “Sandro Pertini” – amiamo anche questa maschera napoletana, fra tutte la più famosa, che fa ricorso alla superstizione per allontanare gli influssi negativi di una vita».

«Nello specifico – prosegue il documento – un destino che ha indicato la nostra terra a diventare luogo di investimento da parte delle multinazionali dell’acciaio; a Taranto, oggi, il siderurgico dà sì lavoro a più di diecimila persone, ma minaccia la salute di decine e decine di migliaia di abitanti dell’intera provincia».

La rappresentazione è, pertanto, da considerare una piccola licenza, una sorta di gemellaggio con una città, Napoli, molto vicina alla nostra, per le sue similitudini con dialetto, cultura e manufatti. «Così, indossiamo la maschera di Pulcinella – conclude la nota – che in fondo rappresenta anche noi, il nostro popolo: il Tarantino, che nonostante un aspetto apparentemente semplice affronta con insospettabile coraggio le asperità della vita con il sorriso, nasconde le tante paure, le incertezze riguardo al suo futuro e, soprattutto, le non poche ferite che la stessa vita gli ha provocato lasciandogli segni indelebili».

Taranto e Napoli, si sono spesso incrociate. La Città dei Due mari e “Porta Napoli”, struttura in pietra più famosa, appunto, come “Ponte di pietra”, dedicato a Sant’Egidio Maria da Taranto. Simili sono i vicoli della Città vecchia, non a caso set cinematografico e televisivo di film di ambientazione napoletana girati proprio a Taranto (Io speriamo che me la cavo, Mannaggia alla miseria, Il commissario Ricciardi). Infine, Bagnoli, quartiere della periferia di Napoli, sede degli impianti del siderurgico (Italsider) dismesso nel 1992.

InfoInsegnante, Cloe Telesca (349/7784855)

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