Adolfo Durante ci racconta in esclusiva il suo personale omaggio a Mina, l’album “Suprema”
“Suprema” è un omaggio coraggioso a Mina, un’icona della musica italiana. Cosa ti ha spinto a intraprendere questo progetto e quale è stato il tuo approccio nel reinterpretare le sue celebri canzoni?
Ho avuto un approccio di assoluta umiltà e con il rispetto che un’interprete come lei merita. Non ho vissuto questo progetto come una sfida con Mina, ineguagliabile e unica, ma voleva essere semplicemente un modo per mettermi in gioco e capire fino a che punto mi sarei potuto spingere con il mio strumento: la voce. Mi piaceva l’idea di poter risentire e interpretare capolavori irripetibili della nostra musica italiana, in una chiave più intimista e scevra da sovrastrutture strumentali moderne.
Nel processo di creazione di “Suprema”, quali sfide hai incontrato nel reinterpretare brani così iconici? Hai dovuto adattare il tuo stile vocale o musicale per rendere omaggio alla voce unica di Mina?
Le dico la verità, non mi sono posto il problema. Se lo avessi fatto non avrei mai portato a termine un progetto così rischioso e per certi versi ambizioso, non mi sarei avventurato in questo disco. Volevo solo reinterpretare brani che fanno parte di un periodo storico ineguagliabile per la musica. Ho ascoltato passivamente negli anni questi brani, le radio e le televisioni hanno sempre trasmesso questo repertorio, li ho vissuti da ascoltatore passivo e sono rimasti, in quelli della mia generazione, nel nostro immaginario collettivo come qualcosa di iconico appunto e di irripetibile. Lo dimostra che dopo quasi 40/50 anni costituiscono un patrimonio inestimabile di tanta bellezza, grazie alla sua interprete originale ma anche agli autori, di assoluta grandezza. Voleva essere un omaggio a Mina ma anche a coloro che hanno scritto questi brani, che con queste canzoni hanno contribuito a renderla la più amata. Sarò sincero: sono entrato in studio, ho interpretato secondo le mie pulsioni e l’esperienza acquisita in tanti anni di lavoro. Non ho mai pensato di reinterpretare nello stile di Mina e se qualcuno vi ha colto qualcosa di simile, posso assicurarle che è stato per me assolutamente naturale.
Hai menzionato che “Suprema” è stato un progetto collaborativo con il tuo produttore Alberto Lombardi. Qual è stato il ruolo chiave della produzione e degli arrangiamenti nel portare questo album alla vita?
Il ruolo di Alberto è stato determinante: l’idea è stata sua, mai e poi mai mi sarebbe venuto in mente. Dovrebbe chiederlo a lui perché ha pensato a me, io ho spesso declinato l’invito di Lombardi nel realizzare questo disco, fino a quando, maturata una certa esperienza, ho pensato che avrei potuto “osare”.
Oltre alle reinterpretazioni delle canzoni di Mina, hai anche incluso una bonus track nell’album. Puoi condividere con noi qualche dettaglio su questa traccia aggiuntiva e sull’esperienza di creazione di questo brano extra?
É un brano che fa parte del repertorio più recente di Mina, è stata la canzone che mi ha fatto decidere per la realizzazione di questo disco: l’ho ascoltata per la prima volta grazie ad un amico, grande estimatore e collezionista di Mina. Quando ho ascoltato questo brano me ne sono innamorato, c’era dentro la mia vita in quel testo, in quella canzone, sembrava la descrizione perfetta di ciò che stavo vivendo, al punto tale di accettare la sfida di un intero disco, è forse stata la molla scatenante.