Tom Armati – Chitarra e ironia nel suo nuovo EP “Tommasochista”

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La prima volta che tocca una chitarra, rompe subito una corda e con le restanti cinque compone la sua prima canzone. Si presenta così Tom Armati, un chitarrista che fa dell’ironia il motore della sua musica e della chitarra lo strumento per riprodurla.

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Dall’inizio di marzo è in rotazione radiofonica con il suo nuovo brano, “Respiro”, che fa parte del suo nuovo EP, “Tommasochista”. Conosciamo insieme Tom Armati

Parlaci di te

Scrivo canzoni da quando sono piccolo e non ho mai smesso. Ho sempre suonato in varie band e poi ho intrapreso il mio percorso come cantautore. Nel 2015 ho pubblicato il mio primo disco “Nei migliori negozi di dischi”, qualche anno dopo il singolo “Sa sa prova” e ora questo secondo lavoro “Tommasochista”. Mi definisco un cantautore pigro, perché ho tempi lunghi, però sono determinato! 

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Come nasce “Tommasochista”?

È stato un lungo percorso, non privo di difficoltà. Diciamo che per impedirne l’uscita si sono scatenate le forze dell’universo ma alla fine ce l’ho fatta! Anche per questo motivo gli ho dato questo titolo. Comunque l’EP è fatto di 6 brani e racchiude alcune delle canzoni che ho portato dal vivo insieme al mio gruppo e infatti ho scelto di registrarlo insieme a loro e riportare quell’atmosfera live.  

“Tutto sbagliato”, “Luigi ho sognato che morivi”, “Scontrino” e “Cucino per due” sono alcune delle canzoni del tuo nuovo EP. Titoli brevi che sintetizzano i brani o che nascondono il cuore del messaggio che vuoi mandare ai tuoi ascoltatori?

Questa è una domanda marzulliana! 🙂 Comunque sì, i titoli rispecchiano sempre un po’ l’argomento della canzone ma in generale mi piace non darmi regole e quindi i miei testi spaziano di argomenti, sempre sospesi tra profondità e leggerezza. È un equilibrio delicato ma spero di riuscire a raggiungerlo perché credo sia la mia cifra stilistica 

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Sicuramente il cuore di “Tommasochista” è “Respira”, il tuo ultimo singolo. Come nasce questa canzone?

Più che il cuore, direi il polmone, visto il titolo! Battute a parte, è una canzone che ho scritto prima della pandemia ma si adatta molto bene a questi tempi secondo me. Volevo fare una canzone che parlasse dell’eterno conflitto che vivo sulla mia pelle tra vita frenetica e costellata di to-do-list e la volontà di fermarsi, riflettere, respirare. La sintetizza bene la frase “anche se dentro mi sento un asceta, faccio una vita da maratoneta”. Anche musicalmente volevo creare questo contrasto, differenziando il mood delle strofe da quello del ritornello

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Il videoclip di “Respira” è stato girato con uno smartphone. In questi ultimi anni lo smartphone ha sostituito le classiche videocamere anche in prodotti professionali. Qual è, secondo te, il futuro dello smartphone come mezzo espressivo?

Non è il primo videoclip che realizzo con lo smartphone. Questa scelta nasce non solo per questioni di budget, ma anche di stile. Siamo ormai abituati a vedere video fatti con il telefono e volevo che questo video parlasse della normalità e della quotidianità in questo strano periodo in maniera semplice. Non avrebbe avuto senso girato con telecamere professionali.  Riguardo la domanda, ovviamente non sono in grado di prevedere il futuro delle tecnologie, ma ormai con il telefono si possono fare cose incredibili e il suo utilizzo sta stravolgendo la concezione del video. Basta vedere la diffusione del formato verticale, che fino a pochi anni fa era bandito da qualsiasi tipo di standard di ripresa e ora è la normalità. 

Quali sono i tuoi prossimi progetti? E quali traguardi vorresti raggiungere? 

Il mio traguardo principale è continuare a fare musica e avere lo stimolo per fare altri dischi e registrare altre canzoni. Ne ho molte nel cassetto. E poi ovviamente tornare sul palco insieme al mio gruppo, perché oltre a essere bravissimi musicisti, sono grandi amici .

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Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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