13 marzo: in ricordo di Stefano e Carlo Vanzina

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Padre e figlio. Entrambi registi. Entrambi artigiani. Entrambi con prolifiche filmografie. Entrambi votati alla commedia, ma sempre abili in tutti i generi, come il giallo, l’action e il dramma. Le loro carriere per un po’ si sono incrociate e influenzate a vicenda, creando un vero e proprio stile “di famiglia” che ha raccontato l’Italia fin dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri. Il 13 marzo è il giorno che li unisce. Scopriamo il perché.

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Il 13 marzo 1988 Stefano Vanzina, conosciuto come Steno, cessava la sua esistenza terrena. Proprio in quel giorno, il figlio Carlo compiva 37 anni e, assieme al fratello Enrico, aveva portato al cinema film di grande successo, come Vacanze di Natale, Yuppies, Eccezzziunale…veramente Sotto il vestito niente. Quasi 20 film in meno di dieci anni, alcuni comici, altri gialli, altri melò. 

Una filmografia sterminata, con 73 film realizzati da Steno e 67 da Carlo, e con tanti punti di congiunzione. Prima fra tutti la figura di Mario Monicelli, che aveva cominciato insieme a Stefano e che fece da mentore a Carlo, lui che fu patito di cinema sin da bambino, quando scriveva recensioni e piccoli e simpatici soggetti per film.

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Steno

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Carlo, come suo padre, sapeva girare bene, sapeva rimanere nei tempi e sapeva restare nei budget. Entrambi eseguivano il loro mestiere con grande gusto per l’artigianato, con grande attenzione alla sceneggiatura e con una messa in scena lineare e immediata per il pubblico. Quest’ultimo era il loro riferimento principale: un elemento in continua evoluzione al quale riuscivano abilmente non solo ad adattarsi nel linguaggio e nello stile, ma anche a dettare nuove mode.

Fra gli anni ’80 e ’90, soprattutto, Carlo ed Enrico Vanzina crearono la formula vincente del film di Natale, figlio delle commedie anni ’50 di papà Stefano e dei suoi altrettanto iconici colleghi. Il recupero e la rivisitazione delle formule del passato contribuì a rinnovare la commedia italiana di fine secolo, dando vita a una serie di emulatori che, tuttavia, non riuscivano a riprodurre lo spirito inconfondibile del “Vanzina’s touch”, ingrediente segreto del successo di questa incredibile famiglia che, sin dal secondo dopoguerra, era riuscito a fotografare il costume dell’Italia e degli italiani senza falsi moralismi e sempre con quella complicità che ci rendeva tutti un unica grande “famiglia”, fuori e dentro lo schermo, ricca di imperfezioni ma con quella simpatia che ci individualizzava agli occhi del mondo.

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Da sinistra: Carlo ed Enrico Vanzina

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Il recupero e la rivisitazione della commedia all’italiana, combinata a volte con stilemi delle commedie inglesi, francesi e americane, è stato sempre un po’ il “pallino” di Carlo e di papà Stefano. Quest’ultimo, negli anni ’50, aveva conquistato i francesi con Guardie e Ladri, guardava agli USA con Un americano a Roma o all’Inghilterra con Dottor Jekyll e gentile signora. Con I tartassati, Un giorno in pretura, La poliziotta, Mi faccia causa, Steno fotografava l’Italia con ironia e un tocco di surrealismo. Carlo ha continuato sulla strada del padre, magari con meno surrealismo, ma sempre con quell’ironia garbata che, anche in alcuni e presunti “cenni di volgarità”, risultava sempre leggera e mai offensiva. Una mission cominciata con Luna di miele in tre nel 1976 e culminata nel 2017 con l’ultimo film di Carlo, Caccia al tesoro, che strizzava l’occhio a Operazione San Gennaro di Dino Risi.

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Nell’approccio ai “polizieschi”, forse, padre e figli differiscono un po’. Quelli di papà Steno, realizzati negli anni di piombo, erano sicuramente più crudi: alcuni destinati al solo pubblico adulto, come La polizia ringrazia, altri con quell’ironia che piaceva anche ai bambini, come la saga di “Piedone” con Bud Spencer. Quelli di Carlo, invece, sono sempre stati più patinati, figli dei più “disimpegnati” anni ’80 e ’90.

In questo speciale 13 marzo 2021, anno in cui Carlo, scomparso nel 2018, avrebbe compiuto 70 anni, ricordiamo anche suo padre Stefano, scomparso a 71 anni nel giorno del compleanno del figlio. Un ricordo che potrebbe essere commemorato da Febbre da cavallo – La mandrakata, film del 2002 con Gigi Proietti ed Enrico Montesano, girato con abile mestiere da Carlo e scritto insieme al fratello Enrico, proprio nel segno di quella prima e storica pellicola del 1976 diretta dal padre Steno, Febbre da cavallo, vero trampolino di lancio per le carriere dei due attori protagonisti e di quei due cineasti che hanno preso le redini del mestiere paterno, segnando il cinema italiano degli ultimi quarant’anni.

Febbre da cavallo (1976)

Febbre da cavallo – La mandrakata (2002)

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Intervista a Carlo Vanzina

 

 

Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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