Ritorna il 27 gennaio, ma abbiamo ritrovato la memoria?

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Anche quest’anno siamo pronti a commemorare il 27 gennaio, il “Giorno della memoria”, per ricordare le vittime dell’olocausto. Un giorno meritato da chi ha perso barbaramente la sua vita per l’incomprensibile follia di un dittatore. Ma in questi 76 anni, trascorsi a memorizzare, quanto realmente riusciamo a ricordare e applicare?

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E’ ormai noto a tutti quanto la storia ricordi eventi disastrosi circa il fenomeno razziale sviluppatosi in varie epoche. Il fenomeno storico più recente, spiacevolmente ricordato da giovani e meno giovani, è stato quello di ordine politico e storico del Terzo Reich di Hitler. Il fulcro dell’ideologia nazista consisteva nel trasferire sul piano sociale le teorie darwiniane. Hitler, in merito, si esprimeva  affermando che il più forte trionfa sempre e non deve avere compassione verso i più deboli e incapaci, né deve portare rispetto per le leggi. In altri termini si può capire come Hitler si sentiva pari a Dio.

Questo periodo storico indirettamente mi appartiene, mi commuove e mi fa paura perché mio padre è stato uno dei giovani deportati nei campi di concentramento in Germania. Da quel campo di Bad Sulza (nella Germania dell’Est) è riuscito ad uscirne ancora vivo dopo due anni di prigionia e di lavori forzati. Mio padre era italiano, cattolico, militare della marina italiana, eppure ha vissuto sulla sua pelle un caso razziale per discrepanze politiche. Quindi, da questa esperienza, che ha segnato psicologicamente mio padre per tutta la sua vita, ho capito quanto ognuno di noi possa essere vittima di una ingiustizia o di pregiudizi senza avere una colpa evidente.

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Ma noi davvero conserviamo la memoria di questo giorno commemorativo per un anno intero? 

Ne dubito fortemente altrimenti non sentiremmo ancora notizie: di violenza sulle donne, di bullismo, di casi di eutanasia, di persone che vengono abbandonate al loro destino nelle corsie di una RSA o di un ospedale perchè “tanto sono anziani” o perchè “tanto erano già ammalate”,  di pedofilia, di discriminazione di genere, … E non aggiungo il colore della pelle! Quindi, significa che molti episodi di razzismo accadono tra di noi e noi le giustifichiamo con un superficiale “…Ma stavo scherzando, si fa per dire!”. Questo modo di fare è ancora un “seme nazista” che nasce e cresce in noi, specialmente per coloro che hanno manie di supremazia e di potere.

Mio padre, quando era in vita , si è sempre chiesto  “Perché?”. Ogni ragazzo/a., uomo, donna  ogni giorno si chiedono ancora “Perché?”… Forse perché la mia pelle ha un colore diverso, perchè non vesto alla moda, perché sono più educato, perché non faccio parte di un branco, perché non bevo e non fumo, perché studio , perché…  A quante domande bisogna rispondere per trovare un motivo reale di condanna? Il vero dolore si cela dietro ogni perché ma,  in realtà , la risposta è una sola : “Malvagità generata dal pregiudizio e da un atteggiamento di supremazia fondata sulle sciocchezze !”. Lo stesso pregiudizio futile e meschino che attanaglia la mente di tante persone senza distinzione di età, di sesso, di ideologie e di credo religioso. Mio padre diceva: “Il potere e la supremazia rende l’essere umano pari alle bestie … Il nazismo è in ognuno di coloro che divinizza il suo inutile essere!” … “La perfezione non esiste, esiste il bisogno di imparare sempre e inesorabilmente!”.

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Comprendere, conoscere, ascoltare, rispettare: questa ,a mio parere, è la sola cura semplice e definitiva contro ogni intolleranza, contro ogni razzismo, contro qualsiasi tipo di violenza. Genitrice del razzismo è la paura, che nasce a sua volta dall’ignoranza. Sicuramente la paura non ha solo aspetti negativi, la paura ci protegge da una serie di imprevisti ma, se opportunamente razionalizzata e studiata, possiamo controllarla e usarla solo quando è davvero necessaria. Nei rapporti umani ,se sappiamo comunicare e ascoltare attentamente, alcune paure possono sicuramente, essere rimosse.

La memoria per un anziano che ha diritto di salvarsi anche se ha 90 anni, per un bambino che ha bisogno di vivere la purezza e la spensieratezza della sua età, per una donna che ha diritto di liberarsi dai suoi “incubi” senza rischiare la vita, per una persona onesta che ha diritto di essere se stessa senza subire emarginazione e frustrazioni, … ci deve convogliare verso una soluzione dei problemi. Invece, quotidianamente, ancora si fugge, si ironizza, si resta indifferenti verso delle terribili realtà che diventano “normalità”. 

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Tutta la gente, che il 27 gennaio di ogni anno commemoriamo, ha dato la vita per la nostra libertà! Ma libertà non significa prevaricazione, nè violenza, nè razzismo, nè emarginazione… Libertà è fare in modo che tutti, nel modo più onesto e rispettoso delle leggi, possano vivere la loro vita secondo ciò che più desiderano senza rischiare di essere continuamente e barbaramente uccisi nel corpo e nell’anima.  Il 27 gennaio 2021, un anno di cambiamento e di rinunce, deve commemorare davvero un cambiamento anche di tipo umanitario, prima tra noi italiani e poi con il resto del mondo; collaborazione e partecipazione in ogni ambito sociale, politico, ambientale e religioso, perchè … Quella “morte con la falce in mano”, che è stata capace di decimare molte comunità, possa riposare a lungo.

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Angela Astone

Angela Astone

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