“Un cielo stellato sopra il Ghetto di Roma”. Intervista al regista GIULIO BASE

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Una interessante intervista “cinefila” all’attore e regista Giulio Base che, attraverso Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma, racconta la storia della Shoah attraverso  la ricerca della verità da parte di un gruppo di ragazzi. Una strada innovativa di racconto che vuole coinvolgere proprio le nuove generazioni, trasferendo alle loro coscienze e riflessioni la più tragica lezione della storia dell’umanità. Un progetto che ha ricevuto il patrocinio della Comunità Ebraica di Roma.

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Girato lo scorso dicembre  a Roma, proprio nella splendida cornice del quartiere ebraico, del Lungotevere e dell’Isola Tiberina., Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma’ di Giulio Baseuna produzione Altre Storie e Clipper Media con Rai Cinema, sarà disponibile in esclusiva su RaiPlay (www.raiplay.it)  dal 27 gennaio, giornata della memoria, e andrà in onda su Rai1 il 6 febbraio alle 22.50.

QUI LA NOSTRA RECENSIONE DEL FILM

La scelta della giornata della memoria per la visione su Rai Play sottolinea l’importante messaggio che il film vuole dare: continuare a cercare e ricordare la storia della Shoah affinché non si ripeta, studiare e incontrare le diverse religioni nel rispetto reciproco.

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Nel film il passato si intreccia col presente: il ritrovamento di una lettera contenente una misteriosa fotografia ingiallita che ritrae una bambina porterà un gruppo di giovani studenti alla ricerca della verità. Cercando di svelare il mistero che si cela dietro la foto, i ragazzi affrontano un viaggio attraverso la memoria di un passato doloroso e difficile da dimenticare come quello del rastrellamento del quartiere ebraico di Roma. E pur appartenendo a confessioni religiose diverse, provano a trasformarlo nell’occasione per una riflessione collettiva camminando insieme nel loro primo impegno esistenziale, personale, culturale.

 Della Shoah non si parlerà mai abbastanza – sottolinea Giulio Base. Quando poi lo si fa rivolgendosi ai più giovani, coltivando la memoria come fosse un giardino da non lasciare mai privo di cure, ciò vale ancor più. In questa storia vive non solo un teen drama, non solo un intreccio adolescenziale, non è la pietà per le vittime dello sterminio, che pure è presente, ad animare il plot, ma la ricerca di quel che accadde, la voglia di sapere, di scoprire, di divulgare acciocché quell’orrore non debba mai più ripetersi”.

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Nel corso della conferenza stampa del film, Giulio Base ci ha concesso una breve ma interessante intervista “cinefila”:

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Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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