Si torna a scuola! … Ma in che modo?

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Nella gran parte d’Italia la campanella del ritorno a scuola suonerà lunedì 14 settembre, anche se alcune Regioni daranno l’avvio al nuovo e incerto anno scolastico in giorni successivi.

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La superficialità con cui si sta gestendo questa nuova fase ha dell’inverosimile. Per sei mesi siamo stati “bombardati” di notizie sul rischio di contagio per Covid 19, anche se qualcuno é arrivato addirittura a “professare” <Non ce n’é Coviddi!>, non conoscendo ancora l’impatto sull’organismo umano, se non a grandi e intuitive linee.

Dopo tutti questi mesi, tra riaperture e chiusure nel marasma generale, possiamo affermare che il nostro Governo non sa neanche di cosa sta parlando. Si è paventato di posticipare le Elezioni Regionali di fine settembre quando il distanziamento per queste è una semplice procedura. Ma non ha dubbi nella riapertura delle scuole dove assembramento, non-distanziamento e uso incostante delle mascherine (vogliamo ricordare che possono essere pericolose per la salute? ) sarà la prassi.

Mi viene da pensare che chi prende decisioni non abbia mai frequentato istituti scolastici e non si renda conto della difficoltà di gestire un’emergenza del genere. Sebbene, come uso e abuso per gli italiani, abbia passato la “patata bollente” ai malcapitati Presidi (oggi Dirigenti Scolastici) con risvolti per loro anche penali e che danno indicazioni che fanno sorridere per non piangere. I genitori, d’altro canto, criticano in molti la decisione della riapertura delle scuole, ma, come il miglior italiano medio, a mo’ di pecorone, piegano la testa rosicando ma obbedendo. Purtroppo il rischio per il rientro a scuola è un problema che non riguarda solo genitori, alunni o personale scolastico.

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Con l’apertura delle scuole tutti siamo a rischio. Basta che un solo alunno sia positivo o anche solo “probabilmente positivo” al Covid per dare il via ad un effetto domino che a catena fermerà tutte le attività di quelli che hanno intercettato il presunto contagiato. Dico un’ovvietà , declamata tra l’altro dai Pediatri italiani, ma evidentemente non abbastanza ovvia per chi ci sta imponendo l’apertura delle scuole.

La vita, soprattutto quella dei nostri figli, é un bene prezioso e non é bello giocarci.

La didattica a distanza è meglio del rischio di una nuova ondata di pandemia. Almeno fino a dicembre sarebbe stato prudente procedere in questo senso per potersi rendere conto di cosa avverrà con l’abbassamento delle temperature. A tal proposito su Facebook è partita, con un gruppo da me amministrato in qualità di Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale E20 aps, la campagna #iovogliopoterscegliere a difesa dei piccoli e grandi frequentatori scolastici e, per esteso alle persone di contorno. Ogni giorno vengono pubblicate notizie inerenti l’argomento. Invito ad iscriversi e a dire la propria nell’ottica del “Piú siamo meglio stiamo”!

E che Dio ce la mandi buona!

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