Elogio alla maleducazione

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Per chi come me appartiene alla generazione dell’ “educazione prima di tutto” , per quanto non tutti l’applicassero, non é facile adattarsi ai tempi correnti.

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Molte volte generalizziamo la mala-educazione e la confiniamo tra le nuove leve tra cui persino un semplice saluto si sintetizza in un «Cia’» durante la masticazione di un chewing gum a bocca aperta davanti alla vostra faccia, in una mancanza di gusto in molti casi ereditata dai genitori poco avvezzi agli eleganti comportamenti oppure attribuibile alla più patetica arroganza del «Non c’ho paura di te!».

Devo però affermare, purtroppo  senza timore di smentita, che la mala-educazione non ha confini; non fa distinzione di età, titolo di studio, estrazione sociale, categorie economiche. La mala-educazione é la forma più democratica che esista di vivere incivile.

La trovi al sorgere del sole già tra le mura domestiche, dove sperare in un saluto mattutino é pura utopía o quando, chi crea il caos non muove un dito per lasciare l’ordine e la pulizia che ha trovato, ma con disprezzo attende che colui che crede il fesso di turno ripristini le cose.

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La trovi sempre in casa quando ti siedi a cena e le parole sono fantasmi silenziosi tra un boccone e l’altro o, perché no?, litigi soppressi che attendevano la tavola per esplodere perché, si sa, davanti ad un buon piatto cucinato con amore e ad un ottimo vino i brutti animi si esprimono meglio.

E si aggira sempre guardinga nella tua casa quando alle ore più impensare giungono le voci sbraitanti dei tuoi vicini noncuranti delle vite intorno a loro. Oppure quando si lascia alle donne l’ “onore” di andare a buttare la spazzatura, incombenza  che un vero uomo non lascerebbe mai ad una donna, neanche fosse la più pagata tra le domestiche.

Ma non contenta di agire tra le mura domestiche si sposta per la strada, dove non cedere il passo o offre il suo aiuto alla persona anziana carica di spesa appena fatta nel negozietto sotto casa per fare meno strada possibile giacché la forza va più più diminuendo, é diventata ormai la consuetudine.

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Vogliamo poi parlare degli ominicchi (non ci sono più gli Uomini di una volta!) che lasciano che le donne di casa facciano i lavori pesanti, un tempo esclusiva degli uomini, perché “avete voluto la parità e ora tenetevela”? Ma non contenta di quanto semina, la mala-educazione si sposta anche nel lavoro dove troverete sempre il “furbetto” di turno che vi proporrà rose per poi farvi trovare spine, o che ad un vostro gentile “vado a prendere un caffè te ne porto uno” ti risponde con un secco “No!” privo anche del “grazie politico”!

O ancora quando ti vedi sottearre innocentemente da sotto il naso il lavoro a cui hai dedicato tempo, competenze e aspettative, quasi i tuoi occhi fossero fintamente aperti nel tuo occultato dormire davanti a loro. O peggio, in tempo di coronavirus dove la mascherina é proteggere anche l’altro, ti trovi il cliente che se la toglie impunemente “tanto non serve”! Ma non finisce qua!

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La mala-educazione la trovi a scuola quando con estrema umiltà chiedi all’insegnante di tuo figlio come questi procede col profitto e ti trovi l’idiota di turno legittimato a fare il “professorino” da un titolo che non comprendi bene come faccia ad aver preso e guardi, disprezzante ma sotto sotto adorante, il genitore che alza la voce e mette al proprio posto il collega dell’idiota.

D’altro canto trovi bravi insegnati che cercano veramente di aiutare i propri alunni maltrattati da genitori  “bestie” ma con l’abito firmato. Insomna, la mala-educazione é figlia dell’ignoranza e dell’arroganza.

È figlia dei nostri tempi! Potrei continuare all’infinito nella descrizione degli episodi di maleducazione, ma preferisco, per non tediarvi ulteriormente, fermarmi qua e lasciarvi con una massima di mio figlio: hai sbagliato ad educarmi così, sono fuori dai tempi!

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