RECENSIONE FILM. Odissea nell’Ospizio – Il ritorno dei Gatti di Vicolo Miracoli

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Un’estate di qualche anno fa mi trovavo in un hotel di San Giovanni Rotondo. Avevo 16 anni. Mi stavo annoiando e con mio fratello e alcuni amici decidemmo di passare il pomeriggio a girare un piccolo film con un cellulare. Non c’era trama, non c’erano aspirazioni, tutto nasceva per caso e solo per divertimento. Questa era la storia del cortometraggio “Vietato Fumare”. Analoga genesi, a prima vista, potrebbe essere quella di “Odissea nell’Ospizio”, ultima fatica registica di Jerry Calà che segna il ritorno sulle scene dei Gatti di Vicolo Miracoli, al loro quarto film dopo i cult vanziniani “Arrivano i Gatti” (1980) e “Una Vacanza Bestiale” (1981) e “Gli Inaffidabili” (1997), diretto ancora da Calà. 

Dopo anni di assenza, con “Odissea nell’Ospizio” i quattro comici veronesi tornano sugli schermi … ma solo quelli dei computer. Il film, infatti, è disponibile solo su CHILI, piattaforma italiana di video on demand che ne consente la visione tramite noleggio (da € 3,99) o acquisto (€ 7,99). 

 

Come il precedente “Gli Inaffidabili”, anche il quarto film dei Gatti è ambientato totalmente in una villa, stavolta presentata come la casa di riposo per artisti “Walter Chiari”. Qui giacciono “parcheggiati” da qualche anno Franz Occhini (Franco Oppini), Gilberto Smania (Umberto Smaila) e Jimmy Canà (Jerry Calà), tre comici in declino ex membri del quartetto comico I Ratti. Jimmy cerca sempre il momento giusto per tornare sulle scene, tallonando continuamente il suo agente Sergio (Andrea Roncato), che riesce solo a trovargli squallide particine in pubblicità di basso livello. Un giorno arriva nella struttura Nino Palermo (Nini Salerno), il quarto membro de I Ratti, costretto su una sedia a rotelle a causa di un incidente. Sergio intravede nella reunion de I Ratti una possibilità di guadagno, ma Jimmy e Nino sono restii, visto il terribile litigio che li aveva visti protagonisti trent’anni prima. Nel frattempo, la convivenza in villa con alcuni profughi e la vendita della casa di riposo agli americani, scombussolano la vita del quartetto.

Ironia, nostalgia e un pizzico di attualità vorrebbero essere i punti cardine di “Odissea nell’Ospizio”. Ma la qualità artistica e tecnica del progetto fanno passare l’intera operazione come un semplice passatempo fra amici in un’assolata domenica estiva.

Sceneggiatura piatta dal finale improvviso e forzato, errori di montaggio e una fotografia quasi amatoriale non rendono onore al un film che poteva essere allo stesso tempo un omaggio e un nuovo inizio per I Gatti di Vicolo Miracoli, tra cinema e metacinema.

Se in “Arrivano i Gatti” e “Una Vacanza Bestiale” il giovane quartetto veronese raggiungeva vette di comicità demenziale pari al trio Zucker-Abrahams-Zucker, e ne “Gli Inaffidabili” i Gatti quarantenni portavano avanti uno stile comico più realistico con un tocco di cameratismo politicamente scorretto, in “Odissea nell’Ospizio” i quattro risultano più malinconici che divertenti, quasi forzati a piegare la loro vis comica ai cliché imposti dal politically correct della società di oggi.

L’unico pregio del film è la bellissima canzone che fa da tema a tutta la pellicola. Un capolavoro satirico, surreale e superbamente orecchiabile, che richiama gli anni d’oro del quartetto veronese.

Un’occasione sprecata per I Gatti di Vicolo Miracoli, sperando che possano tornare ancora insieme in un film meno frettoloso e più in linea con il loro umorismo surreale, scorretto e divertente.  

 

Titolo:  ODISSEA NELL’OSPIZIO

Con: JERRY CALA’, UMBERTO SMAILA, FRANCO OPPINI, NINI SALERNO, MAURO DI FRANCESCO, ANDREA RONCATO, ANTONIO CATANIA, SOFIA MILOS, KATHERINE KELLY LANG

 Montaggio: ANGELO D’AGATA – Fotografia: ALESSANDRO ZONIN – Musica: UMBERTO SMAILA, SILVIO AMATO

Produttore esecutivo: DANIELE GRAMICCIA – Prodotto da: DANIELE DI LORENZO 

Soggetto e Sceneggiatura: JERRY CALA’, NINI SALERNO, EDOARDO BECHIS

Regia: JERRY CALA’

Distribuzione: CHILI

Odissea nell’Ospizio – Trailer

Odissea nell’Ospizio – Canzone

Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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