Polvere, Pierfrancesco Nacca in residenza artistica al TaTÀ di Taranto

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Come una boccata d’aria buona. A volte. Per l’attività 2019 del Trac – Teatri di Residenza Artistica Contemporanea, dal 21 al 27 ottobre 2019 al TaTÀ di via Deledda ai Tamburi, l’attore e autore Pierfrancesco Nacca sarà in residenza per lavorare al progetto “Polvere”, con il supporto di Trac_Centro di residenza teatrale pugliese Crest – TaTÀ di Taranto.

L’équipe artistica, oltre a Nacca, comprende la regista Giulia Paoletti e gli attori Andrea Lintozzi, Claudio Spadaro e Marina Lupo.

C’è un mostro che dorme indisturbato, accovacciato su un fianco, imponente, sbuffa continuamente, di notte e di giorno. È un’ombra inafferrabile e inarrestabile, una mano nera che copre l’intera città di Taranto. Una piaga che accomuna il destino di molte famiglie. Ha nome di donna, probabilmente di origine etrusca, un tempo i romani chiamavano con il suo nome l’Isola d’Elba: Ilva.

In fase di processo creativo (non ancora uno spettacolo finito), “Polvere” è il pretesto per raccontare i danni provocati dalla grande acciaieria (Ilva, oggi ArcelorMittal) alla città di Taranto e ai suoi abitanti. La famiglia Cataldo è composta da Mimmo, Marina e il figlio Piero, insieme risiedono nel quartiere Tamburi, a ridosso dell’impianto siderurgico. Mimmo lavora per l’acciaieria come operaio metalmeccanico specializzato. Marina insegna alla scuola elementare “Ugo De Carolis”, ma da qualche tempo è in aspettativa, essendole stato riscontrato un carcinoma alla pleura (il tumore più diffuso nel capoluogo ionico). Piero, loro unico figlio, vive un rapporto conflittuale con il padre, ritenendolo il responsabile diretto della malattia della madre. A sdrammatizzare la triste vicenda agisce un ragazzino, la proiezione di Mimmo da giovane, prima che diventasse uomo, lavoratore, marito, padre. Un personaggio che spesso tornerà nel racconto come una boccata d’aria buona.

“Polvere” racconta la storia di una famiglia appesantita dal piombo, dal nichel, dalla diossina, dall’arsenico, dal benzopirene. Una famiglia che fondamentalmente si ama ma è avvelenata, e il veleno in circolo darà luogo ad un inevitabile scontro generazionale. Senza esclusioni di colpi.

Comunicato Stampa

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