“Da una nuova tempesta al montare della marea”.
Così recita l’incipit di “Nuova Tempesta”, il nuovo singolo del progetto The Naked One, disponibile su tutte le piattaforme digitali da giovedì 15 maggio 2025. Brano che, per altro, darà il titolo all’intero album della band vicentina. Ma l’idea, seppure in un primo momento nascesse come citazione all’affascinante universo cinematografico tolkieniano (“Io sono Gandalf il Bianco e ritorno da voi ora, al mutare della marea.”), affonda le sue vere radici in circostanze ben poco gioiose, pregne di uno stato d’animo generale che ben si accostava a sensazioni di insicurezza, brusco cambiamento e timore, come per una guerra imminente. Il concetto di “nuova tempesta”, infatti, viene partorito nel 2020, prima in pieno periodo pandemico e, successivamente, in periodo bellico.
Catalizzato da un sound malinconico, epico e potente, questo pezzo fa della sua formula altisonante la perfetta incarnazione della voglia di rivalsa di una band che risorge ancora una volta dalle ceneri con una nuova formazione, un nuovo sound e una nuova veste per un ritorno col botto, ma è anche un chiaro rimando al passato discografico. L’immaginario del precedente Ep in inglese “Bitter Cold” (2014), infatti, si rifaceva in un contesto onirico al freddo dell’inverno, alla neve e alla tormenta, associati ad un sound tendente al Post Hardcore/Metalcore. Ma è solo qualche anno più tardi che il testo, nella sua interezza, vede la luce.
Declinato come un dialogo con una partner ai primi appuntamenti, e di dichiarata ispirazione a passate esperienze sentimentali del frontman Eros Lapadula, il testo allude non troppo vistosamente anche al rapporto tormentato con un’altra grande figura femminile: la musica. Infatti, così come coltivare un rapporto sentimentale stabile con qualcuno richiede grande sicurezza, impegno, dedizione, fedeltà e una certa disponibilità ad esporsi a costo di rendersi vulnerabili alla sofferenza, allo stesso modo un perfetto parallelismo lo si vive con il “fare” la musica, quell’entità che dall’alba dei tempi ci pervade, ci ispira, ci connette, ci muove, ma che in cambio ci chiede pure grande rispetto, dedizione, sacrificio e costante adorazione. Eppure è colei al cui cospetto ritorniamo sempre, nonostante talvolta ci possa anche ferire. Il tutto si riassume in un tentativo su più livelli (quindi anche dal punto di vista di chi ritorna prudentemente ad approcciarsi alla musica, rifonda una band o torna a suonare sui palchi) di sfiorare il tema odierno della paura di rimettersi in gioco nei rapporti e nella vita quando si è reduci da traumi ed esperienze negative, e della difficoltà di dialogo tra la parti che spesso ne consegue, in un momento in cui nessuno vuole più impegnarsi veramente, tutti sono intercambiabili e i rapporti diventano usa e getta. Sorte alla quale oggi, curiosamente, neppure la musica pare essere esente.