Colesterolo alto e miti da sfatare

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Siamo continuamente bombardati da immagini di persone che si ostinano a fare tantissimo sport, che mangiano verdure come degli erbivori impazziti, che digiunano o mangiano solo proteine, che si cimentano in cucina esibendo ricette fatte con ingredienti poco reperibili e… tanto ancora osserveremo in futuro, pur di mostrare a tutti quanta forza di volontà e quanta fantasia usiamo per stare in salute e combattere l’ipercolesterolemia.

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Tra i falsi miti troviamo “la dieta che abbassa il colesterolo”. Le diete ipolipidiche e a basso contenuto di grassi riducono solo del 5-10% il livello del colesterolo. Infatti, la dieta che fa abbassare i livelli di colesterolo totale deve prevedere altri cambiamenti dello stile alimentare. La maggior parte del colesterolo presente in circolo non proviene dai grassi che inseriamo con la dieta, ma è prodotto dal fegato, è presente in tutte le cellule dell’organismo e viene utilizzato per la sintesi di alcuni ormoni, nella produzione della vitamina D e compone le membrane cellulari di vari tessuti. Il valore del colesterolo ottimale non deve superare i 200 mg/dl; se, però, il livello nel sangue sono molto elevati può causare l’insorgenza di malattie cardiovascolari. 

Il fegato produce anche i trigliceridi, che rappresentano una fonte di energia per il nostro organismo e il loro valore ottimale non deve superare i 150 mg/dl. Il colesterolo e i trigliceridi vengono trasportati nel sangue da specifiche lipoproteine:

  • LDL ( o colesterolo cattivo), lipoproteine a bassa densità, che distribuiscono il colesterolo a tutti gli organi. Il valore del colesterolo-LDL ottimale non deve superare i 100 mg/dl. Quando i livelli di colesterolo-LDL sono troppo elevati esso può depositarsi sulla parete interna delle arterie creando tutte le condizioni favorenti  l’aterosclerosi.
  • HDL (o colesterolo buono), lipoproteine ad alta densità, che catturano il colesterolo in eccesso e lo trasportano al fegato dove viene eliminato. Il valore del colesterolo-HDL ottimale è uguale o superiore a 50 mg/dl.

Quando i trigliceridi raggiungono livelli elevati e sono associati a valori alti di colesterolo totale e colesterolo-LDL e valori bassi di colesterolo-HDL , in presenza anche di altre malattie come il diabete e l’obesità, possono causare aterosclerosi e patologie cardiovascolari..

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La dieta troppo ricca di grassi saturi (carni grasse, formaggi stagionati, salumi, ecc.) causa l’ipercolesterolemia, aumentando il livello di LDL-colesterolo e diminuendo il livello di HDL-colesterolo, è sicuramente da evitare; ma ad essa vanno aggiunti altri comportamenti altrettanto necessari come:

  • aumentare il consumo di frutta, verdura e legumi
  • ridurre il consumo di dolci
  • ridurre o eliminare il consumo di alcol
  • abolire il fumo
  • ridurre il peso corporeo
  • fare attenzione ai tipi di cottura degli alimenti
  • fare attenzione alla glicemia e agli indici glicemici degli alimenti consumati
  • fare attività fisica che aumenta i valori di colesterolo-HDL nel sangue

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Un altro falso mito è “si stava meglio prima ai tempi di mio nonno” perché i nostri nonni facevano una vita meno stressante e mangiavano cibi semplici. Queste persone non hanno ancora capito che la ricerca e l’uso dei farmaci ha migliorato le aspettative di vita delle persone. Fino al XX secolo le aspettative di vita erano molto più basse delle attuali, le persone non vivevano abbastanza per potersi preoccupare dell’aterosclerosi, delle malattie degenerative del sistema nervoso o altre ancora. I nostri antenati vivevano molto all’aria aperta, facevano lavori pesanti e mangiavano poco e in maniera monotona. Sulla tavola dei nostri nonni la carne appariva solo a Natale a Pasqua e alle feste patronali; mentre i legumi, il pane, la pasta , i cereali, i latticini, le uova e le verdure facevano da padroni per tutto l’anno nei loro banchetti.

In realtà, i nostri nonni seguivano una dieta mediterranea ma in sostanza anche questa dieta era impotente contro le malattie infettive, i tumori, le malattie genetiche e tante altre. Un aspetto pregevole della loro dieta era l’assenza dei dolciumi e degli additivi alimentari ,che oggi l’industria ci propone; per contro i materiali usati per la cottura, i metodi di cottura che usavano i nostri nonni ,come la legna e il carbone, l’eccessivo consumo di amidi che predisponevano a picchi insulinemici frequenti, le conserve che non rispettavano sempre le regole igieniche corrette, erano tra le cause nefaste che andavano a cozzare contro la “sana alimentazione” e il “corretto stile di vita”. 

Quindi, guardiamo al futuro e usiamo il passato solo per ciò che può servire a non commettere gli errori già fatti e valutati come irripetibili.

Quando abbiamo un problema di assetto lipidico alterato, bisogna chiedere consiglio al proprio medico o al proprio nutrizionista e valutare se è opportuno seguire solo un regime alimentare controllato e idoneo per la patologia in questione. Se la dieta da sola non ci fa raggiungere il risultato sperato bisogna chiedere al proprio medico se è opportuno associare una terapia che insieme al regime dietetico possa contribuire a ottenere e mantenere i risultati sperati ossia la riduzione del colesterolo e la prevenzione delle patologie ad esso correlate.

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Angela Astone

Angela Astone

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