San Nicola. Il Santo Graal a Bari?

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Dov’è nascosto il Santo Graal? In Francia, in Scozia… addirittura in Canada! Ma anche l’Italia sembra fra i luoghi candidati e la cattedrale di San Nicola, a Bari, sembra il nascondiglio ideale…

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Che cos’è il Sacro Graal? Il termine “Graal”, dal latino “gradalis” (vaso, calice, tazza) è il “calice dell’Ultima Cena” nella quale bevve il Cristo. Secondo la leggenda, dopo la crocifissione di Gesù, il sacro calice fu recuperato da Giuseppe di Arimatea (che aveva scavato quello che sarebbe diventato il Santo Sepolcro) che lo utilizzo per raccogliere il sangue del Messia. Successivamente sembra che il Graal avesse compiuto un lungo viaggio che lo avrebbe portato fino in Britannia. Questo è, almeno, ciò che ci è stato tramandato dai poemi cavallereschi e, in particolare dal ciclo arturiano (tutte le storie legate alla leggenda di Re Artù).

Secondo quanto scritto nel XIII secolo nel “Parzifal” di Von Eschenbach, il Graal non è un calice, ma è uno smeraldo caduto dalla testa dell’angelo ribelle Lucifero durante la sua discesa agli inferi. Una pietra dal profondo valore spirituale la quale ricerca equivale al conseguimento della rivelazione divina.

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Portale dei Leoni

In un altro scritto del XIII secolo, intitolato “Le Grand Graal”, esso sarebbe addirittura un libro scritto da Gesù in persona che rivela segreti e conoscenze inimmaginabili.

Qualunque sia il suo aspetto, il Sacro Graal, a distanza di più di mille anni, risulta ancora introvabile, e tanti sono i luoghi nel mondo candidati alla sua custodia. Fra questi vi è la Basilica di San Nicola, a Bari, capoluogo della Puglia!

Ma il Santo Graal… come ca**o ci è finito nella Basilica di San Nicola? Si pensa nel 1087, quando un gruppo di mercanti s’imbarcò da Bari verso la città di Myra, in Asia Minore, con l’obiettivo di portare nella città pugliese le reliquie del santo patrono: San Nicola, ovvero Sanctus Nicolaus, “il dispensatore di abbondanza”, che ha dato origine anche al nostro Babbo Natale: Santa Claus. 

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Crittogramma di San Nicola

I mercanti riuscirono nel loro intento e portarono a Bari le spoglie del santo… e forse qualcos’altro. Oggi le reliquie di San Nicola sono custodite nella cripta della Basilica a lui dedicata, e ogni anno dalle sue ossa si produce un liquido miracoloso: la manna, dai poteri terapeutici e nutritivi. Che il Graal c’entri qualcosa in tutto ciò?

Sembra infatti che i mercanti che si recarono a Myra, in realtà fossero dei cavalieri templari in incognito che, per conto del papa Gregorio VII, recuperarono il Graal prima che i Turchi, sfruttando il suo magico potere, potessero impossessarsi dell’Impero Bizantino e dominare sul mondo cristiano. 

Lancia di Longino

Che il Graal si trovi nella Basilica di San Nicola purtroppo non è dimostrato, ma molti indizi a suo carico lo fanno presupporre. Nella Basilica, infatti, vi sono dei riferimenti al ciclo arturiano, legati a re Artù e ai Cavalieri della Tavola Rotonda. Ad esempio il “Portale dei Leoni” del XXI secolo, che richiama le ambientazioni del ciclo arturiano rappresentando cavalieri armati che assaltano un castello. All’interno della Basilica, inoltre, vi è una riproduzione della lancia di Longino che trafisse il costato del Cristo durante la crocifissione: altra ipotetica forma del Santo Graal. Vi è poi una misteriosa iscrizione, il cosiddetto crittogramma di San Nicola, posta su una lamina d’argento che ricopre l’altare del Patrocinio. Il crittogramma di San Nicola è un vero e proprio rompicapo di 622 lettere, delle quali molte poco leggibili, ancora impossibile da decifrare.

Il Santo Graal si trova a Bari? Possibile! Gli indizi ci sono. Tocca a voi decifrarli…

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Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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