Nutrizione di genere e alcol

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La medicina di genere si rivolge anche alla nutrizione di genere, perché uomini e donne  sono diversi in merito alle risposte biochimiche dell’organismo. Bisogna, quindi, tenere in considerazione molti problemi sanitari e comportamentali tra i due sessi. Tra gli alimenti sotto i riflettori della nutrizione di genere ci sono le bevande alcooliche.

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I dati epidemiologici riguardanti  l’Italia  registrano una diminuzione della quantità totale di alcool consumato, ma è in aumento la percentuale di giovani e donne che ne fanno uso ( tra gli 11-17 anni il 23,3% dei maschi e il 14,2 % delle femmine) . Sotto i 16 anni , la frequenza del consumo a rischio tra maschi e femmine è uguale. Il titolo di studio non protegge da questa dipendenza,  le donne bevitrici con titolo di studio superiore bevono più delle donne con titolo di studio di scuola primaria , sembra quindi che le donne più colte tendono a preferire stili di vita maschili. Questo cambiamento di stile  fa sorgere tra le donne un aumento di patologie e disordini alimentari. L’alcol infatti aggiunge numerose calorie alla dieta  definite “calorie vuote” che possono anche ridurre l’appetito ma  provocano carenze nutrizionali che rendono l’organismo ancora più vulnerabile agli effetti devastanti dell’alcol.

Nello specifico, in merito al consumo di alcol a breve e lungo termine,  la donna  risente  dell’effetto  nefasto dell’alcol in varie situazioni fisiopatologiche:

-durante la gravidanza :in quanto l’alcol, anche a fronte di consumi moderati,  può alterare lo sviluppo fetale e causare danni permanenti al nascituro (effetto teratogeno).

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– rispetto a patologie gravi : maggiore rischio di tumore alla laringe, bocca, faringe , seno ed esofago.

– maggiore alterazione della guida : aumento degli incidenti stradali per alterazioni neurologiche.

Le donne, a parità di quantità di alcol ingerito, hanno una concentrazione ematica di alcol superiore fino a 3-4 volte quella maschile . La differenza con l’uomo è legata alla differenza di acqua corporea , all’attività dell’enzima alcol deidrogenasi (ADH) e agli ormoni sessuali.

Il corpo femminile è composto da una maggiore percentuale di grasso e  una minore percentuale di acqua rispetto al maschio e quindi l’alcol ,che si diffonde nella parte acquosa , si concentra maggiormente nel sangue della donna.

L’alcol è metabolizzato dall’enzima alcol deidrogenasi  (ADH) e nella donna l’attività gastrica dell’ADH è inferiore all’uomo. L’ADH  , dai 20 ai 40 anni, ha una attività maggiore nel maschio e minore nella donna ; mentre dai 41 ai 60 anni  ha una attività  massima nella donna e tende a diminuire nell’uomo . Dopo i 60 anni l’ADH  diminuisce in entrambi i sessi. Quindi , in conclusione,  l’ ADH ha una attività variabile rispetto ai due sessi ma ha una concentrazione  che nella donna è sempre inferiore all’uomo e per questo nel metabolismo dell’alcol , la donna è sempre meno efficiente dell’uomo.

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Rispetto agli ormoni,  gli estrogeni influenzano l’attività dell’ADH peggiorando la risposta infiammatoria dell’etanolo con aumento del rischio di epatopatia alcolica . I contraccettivi orali rallentano l’eliminazione dell’alcol. Il ciclo mestruale modula il desiderio di bere e gli stessi effetti dell’alcol. Le differenze ormonali sembrano essere responsabili della minore soglia di tossicità dell’alcol nelle donne e degli esiti peggiori a livello cerebrale delle stesse. L’uso precoce di alcol ritarda il menarca e determina alterazioni mestruali. A lungo termine il consumo di alcol può indurre menopausa precoce e ridurre la fertilità maschile e femminile.

A livello oncologico gli studi confermano che nelle bevitrici aumenta il rischio di cancro al seno e si riduce l’ età del rischio. A livello cerebrale il danno da alcol si manifesta  secondo la seguente sequenza:

–     In età prenatale  ci possono essere  danni morfologici e comportamentali;

–   Nell’adolescenza l’alcol  interferisce col normale sviluppo cerebrale compromettendo memoria e apprendimento

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–   In età matura l’alcol  favorisce i processi neurodegenerativi, diminuisce il volume di materia grigia e bianca soprattutto nelle donne rispetto agli uomini, causa perdite di memoria.  In occasione dell’Alzheimer’s Association International Conference a Vancouver nel 2012 sono stati presentati i risultati di uno studio  durato 20 anni su 1300 donne sopra i 65 anni che bevevano anche moderate quantità di alcol ; si è osservato che l’alcol aumentava significativamente il rischio di demenza.

Come comportarsi quindi verso questo alimento?

Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro raccomanda alle donne di non superare i 10 grammi di alcol al giorno (equivalente a 1 bicchiere di vino da 125 ml o a 40 millilitri di superalcolici o una lattina di birra da 33 cl) e agli uomini di non superare i 20 grammi di alcol al giorno  (equivalente a 2 bicchieri di vino da 125 ml o a 80 millilitri di superalcolici o due lattine di birra da 33 cl). Inoltre è importante scegliere prodotti DOC o DOCG senza solfiti e biologici.

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Angela Astone

Angela Astone

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