Storia della Mutua Sanitaria Integrativa

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“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Così recita l’Art. 32 della Costituzione italiana. Nel 1948, dunque, la salute diventa in Italia un diritto fondamentale e l’Italia è proprio il primo Stato in Europa a riconoscere tale diritto nella propria Costituzione.

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Dieci anni dopo viene istituito il Ministero della Sanità. Nel 1978 la grande svolta. Nasce il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e nel 2001 vengono ridisegnate le competenze in materia di Sanità tra Stato e Regioni mentre il Ministero della Sanità diventa Ministero della Salute, proprio a voler sottolineare accanto all’importanza della cura quella della prevenzione. Il Sistema si mantiene con la fiscalità, ossia con una parte delle Tasse versate dai cittadini.

A molti anni prima però, negli ultimi anni del 1800, risalgono i primi Fondi Sanitari Privati. Sono le Società di Mutuo Soccorso basate sul principio della volontarietà e costituite da artigiani e operai, organizzati per affrontare i disagi dovuti a malattie, invalidità, guerre, povertà e vecchiaia. Con la nascita del SSN il sistema delle Mutue entra in grande difficoltà con la drastica riduzione degli iscritti. Le Mutue Sanitarie continuano però a supportare, senza voler sostituire, il SSN.

Dal 1999 al cittadino italiano è data anche un’altra possibilità attraverso le Assicurazioni Sanitarie Integrative con cui coprire eventuali spese o risarcimenti precedentemente concordate con l’assicuratore, comprese eventuali prestazioni non coperte dal SSN. Ma tornando alle Mutue, com’è oggi la situazione in Italia?

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La più antica è certamente la Cesare Pozzo, istituita come Mutua nel 1877. Ma quella che ha attirato la mia attenzione è certamente MBA, la prima Mutua italiana per numero di iscritti, circa 450.000 su 1.000.000 di persone in Italia che hanno scelto di affidarsi a questo tipo di integrazione sanitaria. Una società di Mutuo Soccorso ed Ente del no-profit, istituita a norma della Legge 15 aprile 1886 n° 3818. Un’organizzazione no-profit, ONLUS, che ha scelto di operare nel pieno rispetto del principio mutualistico. Per questa così nobile quanto necessaria attività nel nostro Paese, MBA si avvale dei suoi stessi soci, i quali, dopo aver effettuato specifica formazione, diventano Promotori Mutualistici tra la collettività, permettendo a Mutua MBA di espandere la propria base associativa, garantendo lo scambio mutualistico e l’incremento continuo del capitale sociale. Il principio è “Più siamo, meglio stiamo” e più coperture ci sono per gli aderenti. MBA è socio fondatore dell’Associazione Nazionale Sanità Integrativa e Welfare (ANSI), di cui fanno parte primarie società di Mutuo Soccorso e Casse di Assistenza Sanitaria, da anni promotrice, anche presso le Istituzioni, di nuovi modelli di gestione del welfare in ambito sanitario e socio-assistenziale. La Banca delle Visite, istituita al suo interno e, che garantisce visite specialistiche a chi non può sostenerle economicamente, può certamente avere il plauso di chi, come me, crede nella solidarietà.

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Dal 1948 ad oggi sono passati più di 70 anni. Cosa è successo in Italia in ambito sanitario? Come reagiscono gli italiani quando si parla di sanità pubblica? Nonostante le note battaglie per l’Unità d’Italia, le differenze in ambito pubblico sanitario sono quanto mai diseguali, per voler usare un eufemismo.

L’emergenza sanitaria del Covid-19 ha messo ancor più in evidenza l’inadeguatezza e la fatiscenza di alcune strutture, soprattutto nel sud Italia. La domanda nasce spontanea. Ma se l’Italia è lo Stato europeo i cui cittadini sono maggiormente tartassati dalla fiscalità, anche a sostegno della Sanità pubblica, dove sono finiti tutti i soldi versati dagli italiani nelle casse dello Stato che dovevano servire per la Sanità? Avremmo tanto piacere di saperlo. Ben venga quindi MBA e il suo sostegno ai soci, perché in Italia chi fa da sé fa per tre.

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