Dalla vita alla musica: la storia straziante dietro il successo di “Sofia”

Condividi

Fiori D’Artificio ci racconta in esclusiva il suo nuovo singolo, “Sofia”.

“Sofia” è nata da un’esperienza personale molto intima. Come hai gestito il processo di trasformare un’emozione così profonda in una canzone? E come pensi che questa canzone possa influenzare le persone che stanno vivendo esperienze simili a quelle di Sofia?

Diciamo che il processo non è stato né immediato e né voluto. Quando scrivo canzoni, spesso, immagino, empatizzo una situazione che magari non vivo in prima persona, ma la faccio talmente mia, talmente personale che è come se la stessi vivendo e inizio a scrivere quello che penso, mettendolo in musica. Per Sofia, invece, il processo è stato diverso, in primis ho vissuto, da piccolo, tutto ciò che il brano racconta, senza avere la consapevolezza e la maturità di un ragazzo di 20/25 anni, ripeto, ero molto piccolo, ma qualcosa in me era scattato, ricordo benissimo le sensazioni che provavo davanti allo specchio. In secondo luogo ho parlato spesso con Sofia, la vera Sofia della canzone, del suo disturbo, e sono riuscito a vederlo, toccarlo, e così, durante una piovosa giornata al mare, nel giro di un’ora è nata. La musica è fatta per immergersi, emozionarsi, uscire dal contesto “mondo di tutti” ed entrare nel proprio, penso che Sofia possa, in un qualche modo, aiutare tutti quelli che soffrono di DCA (disturbo del comportamento alimentare) a capire che ci sono tantissime e tantissimi “Sofia” la fuori, che combattono ogni giorno con stereotipi e commenti buttati all’aria senza peso e valore. Questa canzone può essere un monito per prendere coraggio ed iniziare a parlare del proprio disturbo, senza alcun tipo di ansia o paura, perché nei tunnel si può entrare, ma prima o poi l’uscita apparirà davanti a noi. Chiedere aiuto non è sintomo di debolezza, ma di maturità e consapevolezza in se stessi.

Il testo di “Sofia” è molto potente e evocativo. Come hai scelto le parole giuste per descrivere un tema così delicato e complesso come il body shaming? C’è qualche verso a cui sei particolarmente legato e perché?

Penso di aver utilizzato parole ed immagini semplici e molto impattanti, senza troppi paragoni, assonanze o similitudini, ho voluto rispettare ciò che mi è stato raccontato, dando valore alle sensazioni e alle emozioni che questo disturbo provoca. Concetti semplici ma estremamente delicati, credo sia proprio questa la chiave del brano, aver raccontato di Sofia con tutta la sensibilità e delicatezza possibili, attraverso immagini forti, raccontando spezzoni di vita quotidiana. Uno dei versi a cui sono più legato è “Sofia si sta perdendo il bello dei vent’anni”, ci si sente davvero imprigionati nei propri pensieri e negli stereotipi che la società ci impone, nei canoni di bellezza che fortunatamente, si stanno allentando ed allargando a nuovi orizzonti. Tutto ciò che di bello aleggia attorno ai vent’anni, d’improvviso sparisce, ed un tratto di vita così spensierato, libero, di scoperta, potrebbe trasformarsi nel più buio, un incubo da cui non ci si sveglia. Un semplice commento può mandarti completamente KO, e farti sprofondare nelle trame oscure del body shaming.

Anche se “Sofia” è ispirata a una storia vera, il messaggio che trasmette è universale. In che modo pensi che questa canzone possa contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei disturbi alimentari e del body shaming? 

L’intento è quello di far conoscere, di far parlare di questo di disturbo, sempre più attuale al giorno d’oggi, di sensibilizzare le persone, di empatizzare le situazioni, di calibrare le parole, i commenti, i giudizi, che spesso non sono richiesti. Ognuno combatte contro i propri pensieri, le proprie pare, le proprie emozioni, e noi che ne vogliamo sapere di quello che c’è nella testa di chi abbiamo davanti? Come pretendiamo di giudicare la vita di una persona attraverso stupide frasi di circostanza? Non ne abbiamo nè il diritto e nè il dovere per farlo, possiamo semplicemente ascoltare un po’ di più, chiedere, confrontarsi, conoscere più a fondo la persona che ci sta di fronte prima di riempirla di commenti, dobbiamo aspettare e rispettare.

La tua partecipazione a X Factor 2024 è stata un’occasione importante per far conoscere la tua musica a un pubblico più ampio. In che modo pensi che questa esperienza abbia influenzato la tua carriera e la promozione di “Sofia”?

Per motivi di tempistiche televisive, il programma ha deciso di tagliare di molto entrambe le mie esibizioni, sia la cover che ho portato alle Audition sia il mio inedito, Sofia, che ho portato ai Bootcamp. Specialmente per quanto riguarda l’inedito, tagliando completamente la strofa in cui si introduce il personaggio di Sofia, non è stato possibile contestualizzare l’importante tematica del pezzo e mi è sicuramente dispiaciuto. Detto ciò, ho comunque ricevuto tantissimi messaggi stupendi, da parte di persone che pur ascoltando solo il ritornello, hanno intravisto la mia sensibilità musicale, la delicatezza nello scrivere e nell’interpretare tale tematica, e sono davvero grato per tutto questo calore percepito. Con o senza X Factor riconosco il valore della mia musica e delle mie canzoni, se doveva andare così un motivo c’è, continuerò a farmi sentire, ancora più forte.

Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *